1/7) Dianæ (festività): festeggiamenti in onore della dea Diana e del suo culto legato alla Luna.
2/7) 46 a.C.: Battaglia di Tapso (Africa) – Caio Giulio Cesare affronta, dopo la vittoria di Farsalo su Pompeo, le resistenze dei pompeiani (conservatori repubblicani) in Africa. Lo scontro tra i due eserciti avviene all’esterno di Tapso, assediata da Cesare, dove si erano accampate le legioni di entrambi gli schiaramenti: ad avere la meglio sono le legioni cesariane che, avendo già tratto beneficio dal cambio di schieramento in proprio favore di due legioni conservatrici e dall’allontanamento dei loro alleati Mauretani, riescono a far indietreggiare gli elefanti da combattimento e la cavalleria, punti di forza dei pompeiani, costringendoli ad una fuga disordinata. Le forze pompeiane tuttavia si riorganizzeranno nuovamente in Hispania.
Muoiono i pompeiani Scipione Nasica (senatore; catturato e poi suicidatosi), Marco Petreio (legato proconsolare durante la battaglia di Pistoia contro Catilina; governatore pompeiano delle province ispaniche; suicida), Giuba I (re di Numidia; ucciso per mano di Petreio), Lucio Afranio (legato di Pompeo in Hispania contro Sertorio e in Oriente contro Mitridate; condannato a morte). Riesce invece a fuggire nella vicina Utica Marco Porcio Catone (“Uticense”).
3/7) 402 d.C.: Battaglia di Pollenzo – Il generale d’Occidente Flavio Stilicone affronta in battaglia i Visigoti di Alarico e li sconfigge. L’attacco viene iniziato dalla cavallerie foederata degli Alani che assale i Visigoti intenti a celebrare la messa di Pasqua. Oltre a recuperare l’intero bottino della battaglia di Adrianopoli (378 d.C.) e dei saccheggi visigoti nell’Impero (tra Illirico e Italia), Stilicone libera anche la capitale d’Occidente Mediolanum dall’assedio barbaro. Vengono catturati e presi in ostaggio dai Romani vari parenti del re Alarico che, subite ingenti perdite ma non ancora sconfitto definitivamente, inizia la ritirata verso est.
4/7) 622 d.C.: Costantinopoli – Alla testa del suo esercito (cosa rara che l’imperatore lo guidasse di persona) Eraclio I parte alla volta dell’Oriente dando inizio alla campagna (l’ultima di guerre secolari) contro i Persiani Sasanidi.
5/7) 1326 d.C.: Bursa / Prusa – I Turchi Ottomani, approfittando delle guerre civili interne all’Impero, strappano ai Bizantini dopo un lungo assedio la città di Bursa, che diviene la loro capitale, la prima, del nascente Impero Ottomano.
6/7) 1387 d.C.: Costantinopoli – Manuele II Paleologo parte per Lesbo e Tessalonica, dove si consegnerà agli Ottomani il 9 aprile. Manuele dovette riconoscere di essersi sbagliato nei confronti del padre Giovanni V e cercò la riconciliazione, visto che la politica pacifista con i Turchi si era rivelata giusta, ma Giovanni lo obbliga, come penitenza, ad andare in esilio nell’isola di Lesbo per quasi due anni.
7/7) 1453 d.C.: Costantinopoli – Inizia l’assedio turco della capitale bizantina: Maometto II, al rifiuto dei Bizantini alla sua proposta d’ultimatum di resa spontanea (in cambio della vita e del mantenimento dei beni), dà il via all’accerchiamento della città e ai primi bombardamenti.
«Da parte sua, il sultano, conformemente alla legge islamica, mandò con la protezione della bandiera bianca un ultimo messaggio alla città, in cui diceva che, come stabiliva la legge, avrebbe risparmiato i cittadini senza toccare né le loro famiglie né i loro beni, se gli si fossero arresi spontaneamente; in caso contrario non avrebbe avuto alcuna clemenza. Ma i cittadini si fidavano poco delle promesse, e poi non avrebbero mai abbandonato il loro imperatore. Non appena terminata questa formalità, messi i cannoni in posizione, i turchi aprirono le ostilità con un pesante bombardamento delle mura. Al tramonto di quel primo giorno, 6 aprile, un tratto delle mura vicino alla Porta Charisii era stato seriamente danneggiato, e un persistente cannoneggiamento nel giorno successivo lo fece crollare.»
[RUNCIMAN S., La caduta di Costantinopoli, Torino, Piemme Editore, 2001, pp.116 – 132″]