1/6) 49 a.C.: Roma – Il Senato di Roma conferma il voto del 1° gennaio del 49 a.C., rifiutando le ultime offerte di Cesare di arrivare ad un compromesso, il che rendeva inevitabile il ricorso alla guerra civile. In ogni caso la mente di Cesare era scossa da grandi dubbi dovuti alla gravità della sua decisione, quella di marciare in armi contro la sua città.
2/6) 114 d.C.: Antiochia di Siria – Nel corso dei preparativi della spedizione contro i Parti, l’imperatore Traiano giunge al porto di Seleucia di Pieria, cui giunge da Atene dopo aver fatto scalo ad Efeso. Viene raggiunto dalle seguenti truppe provenienti da Ancyra (Ankara): Legio XXII Primigenia, Legio I Adiutrix (più le sue vexillationes), vexillationes della Legio VII Claudia, della Legio XI Claudia, della Legio I Italica e della Legio V Macedonica, oltre alle vexillationes equitatae della Mesia Inferiore e della Dacia.
3/6) III secolo d.C.: Impero romano – Giornata di congedo della Guardia Pretoriana i cui soldati avevano prestato 16 anni di servizio. I nomi dei pretoriani «urbaniciani» congedati venivano anche incisi su una grande tavola bronzea affissa tempio di Augusto presso la statua di Minerva a Roma, avendo essi «servito fortemente e pienamente».
4/6) 224 d.C.: Roma – L’imperatore Alessandro Severo emana un decreto su diplomi militari bronzei – in occasione di una richiesta di un pretoriano puteolano congedato, tale Lucio Camelio Severo – il quale recita:
«ho dato il diritto di connubio limitatamente alle singole e prime mogli in modo che anche se si siano uniti in matrimonio con donne di condizione peregrina facciano dei figli come se fossero nati da due cittadini romani»
Viene così allargata la cittadinanza romana anche ai figli di matrimoni misti tra uomini romani e donne straniere.
5/6) 730 d.C.: Costantinopoli – Il patriarca di Costantinopoli Germano prende posizione aperta in una riunione pubblica contro il culto delle immagini. Egli non volle in nessun modo piegarsi al volere dell’imperatore Leone III su questioni ritenute da lui determinanti per la fede ortodossa, alla quale secondo lui apparteneva proprio il culto, quello per le immagini. In conseguenza di ciò, Germano si vede costretto a rassegnare le dimissioni da Patriarca, auto-condannandosi all’esilio in un monastero dove muore dimenticato pressoché da tutti. Il suo nome riemergerà in occasione appunto del Secondo Concilio di Nicea (787), quando i Padri ortodossi decidono in favore delle icone, riconoscendo i meriti di Germano.
6/6) 1078 d.C.: Nicea – Niceforo, governatore del tema di Anatolikon, si ribella all’imperatore Michele VII e al suo ministro delle finanze, Nikephoritzes, e con la connivenza dei Turchi Selgiuchidi marcia su Nicea, dove proclama se stesso imperatore. Supportato dall’altro generale ribelle, Niceforo Briennio, la sua azione viene ratificata dall’aristocrazia e dal clero. Michele VII abdica e diventa monaco.