I Goti e i Longobardi non ci hanno lasciato soltanto monili d’oro, tombe e frammenti di armi, ma anche un’eredità che resta ancora oggi fissa nella nostra cultura: la lingua.
Le lingue dei Goti e dei Longobardi appartenevano al ramo delle lingue germaniche orientali, parlate tra il III/IV e il VI secolo d.C. (il gotico sopravvisse in Crimea fino al XVIII sec.), e oggi estinte. I motivi della loro estinzione sono dovuti alla progressiva fusione con la popolazione locale e cristiana cattolica, di lingua latina. Sono circa trecento, le parole che sono entrate a far parte stabilmente del nostro linguaggio e che magari pronunciamo senza conoscerne assolutamente la provenienza. Esse appartengono ad ogni aspetto della vita quotidiana e denotano anche nomi propri e cognomi. Le maggiori eredità sono nei settori con i quali questi popoli avevano più familiarità, come la guerra (esso stesso nome longobardo), la caccia e gli utensili.
Ecco un elenco delle più diffuse assonanze:
- parti del corpo: anca, bernoccolo, ciuffo, grinfia, grinta, grinza, guancia, milza, nocca, (s)berleffo, schiena, spanna, stinco, zanna, zazzera; (ar)rancare, grattare, guarire, leccare, recare, strisciare.
- attività connesse alla caccia: bracco, falco, stambecco, taccola, trappola, trogo(lo), zanna, zecca; ghermire, graffiare, tubare, sferzare.
- elementi della casa: balcone, palco, rampa, sala, spalto, stamberga, stucco.
- arredamento e utensili: banca, banco, bara, barella, benda, federa, gruccia, guanciale, nappo, panca, predella, scaffale, spranga, stanga, tappo; arredare, bussare, schizzare, spaccare, spruzzare, strappare, sguincio.
- cucina e attività domestiche: arrosto, birra, brace, brodo, bucato, crusca, fiasco, gruzzolo, rocca, spola, zuppa; (ar)rostire, gualcire, guarnire, (im)bastire, smaltire, strofinare, stropicciare.
- abbigliamento: banda, falda, fazzoletto, muffola, nastro, roba, tasca.
- campagna: forra, gora, greppia, greto, guazzabuglio, melma, mucchio, slitta, stecca, stecco, sterzo, zolla; ammucchiare, attecchire, guadagnare (originariamente “pascolare”), (ingar)bugliare.
- armi e cavalli: alabarda, briglia, elmo, fodero, groppa, maniscalco, sperone, spiedo, staffa, strale.
- esercito e attività connesse: agguato, arengo, astio, banda, bandiera, bando, baruffa, gonfalone, guardia, guerra, schiera, spione, stormo, tregua, zuffa; albergare (da albergo, “campo dell’esercito”), guardare.
- istituzioni e ceti sociali: arimanno, gastaldo, manigoldo, sgherro, sguattero.
- stirpe e diritto: faida, fio, schiatta; bandire, garantire.
- vita comune: baruffa, bega, fiasco, riffa, schiaffo, tresca; (am)miccare, (ar)raffare, arzigogolare, danzare, scherzare, stuzzicare.
- aggettivi: bianco, bigio, bruno, fresco, giallo, ricco, spavaldo, schietto.
Altrettanto numerosi sono i nomi propri che ci hanno lasciato i Longobardi. Da notare che talvolta i nomi erano formati dalla metà di quello del padre e la metà di quello della madre. Fra gli altri sono da citare: Adelmo, Adolfo, Alberto, Aldo, Armando, Bernardo, Filiberto, Guido, Leopoldo, Matilde, Rodolfo, Ubaldo…
La stessa considerazione si potrebbe e dovrebbe fare per gli arabi, i greci ecc.