Storia degli scavi archeologici di Atene
Gli scavi archeologici ad Atene, cominciarono nella seconda metà del 1800, perché la Grecia, in questo periodo, era occupata dai Turchi, dal 1456 al 1821/29, anni della guerra d’indipendenza. Nel periodo di dominio turco la popolazione ateniese si ridusse notevolmente, e l’accesso alla città era impossibile. Una volta ottenuta la libertà, Atene diventa la capitale della Grecia e cominciano nella seconda metà del 1800 i primi scavi a cura dei Greci stessi e dei Tedeschi: si inizia a scavare ed emerge come prima cosa una Stoà, la Stoà di Attalo, più altre case nel settore occidentale dell’agorà. Alla fine dell’‘800, la zona nord dell’agorà e delle case fu soggetta alla costruzione della ferrovia che portava al Pireo. Furono creati enormi danni agli scavi per la perdita e la distruzione della zona nel 1890/91. Dopo la I Guerra Mondiale, i Greci cedettero gli scavi agli Americani, i quali disponendo di molti soldi, espropriarono gli abitanti della zona pagandoli, e abbatterono le case dando inizio ai nuovi scavi. A condurre gli scavi americani fu l’American School of Classic Study, dell’Università di Princeton, con i fondi messi a disposizione dalla Fondazione Rockefeller e altri enti. Gli scavi si svolsero dal 1931 al 1956, ci fu l’interruzione tra il 1940 e il 1944 dovuta alla II Guerra Mondiale. Alla fine del contratto gli americani, piantarono nell’area di scavo gli attuali alberi. Durante la campagna fu inoltre ricostruita la Stoà di Attalo a cura degli americani, che utilizzarono parti sopravvissute e pezzi di altre parti. Attualmente la Stoà funge da Museo dell’Agorà. Gli scavi dell’Acropoli, invece avvengono in varie fasi a differenza dell’agorà, e subisce anche danni in seguito ad un bombardamento. Il capo spedizione fu Theodore Leslie Share, vi partecipò anche Eugene Vanderpool, che tradusse una stele di marmo con incisa un decreto della città di Atene democratica. Il testo è una legge contro la tirannide. Dopo la fine degli scavi, non ci sono stati più scavi ad ampio raggio ma scavi parziali. Inoltre scavi recenti hanno portato alla luce un pezzo di una Stoà a ridosso della ferrovia. Nella zona nord-occidentale sorgevano molto Hermes, pilastrini con la testa del dio Hermes e due moncherini come braccia, organi sessuali maschili e molte erano collocati in questa zona. La Stoà Poikile, cioè “dai mille colori” era detta così perché al suo interno vi erano collocati dei grandi quadri con pitture che raffiguravano momenti della storia ateniese o miti greci, il nome originale della Stoà era Stoà di Peisianax, dal suo costruttore, parente di Cimone.