A prevalere negli scontri è la lega capeggiata da Pisistrato; durante tutto questo periodo nell’agorà non accade nulla e tutta la vita politica, amministrativa ecc., si riesce a ricostruire tramite le fonti scritte degli autori, tra cui vi è Aristotele, con la sua opera “La Costituzione degli Ateniesi”, nella quale si occupò delle costituzioni alla base della costruzione della città greca e abbiamo “L’Athênaíôn politeía”. Nell’opera anteriore all’età di Solone, gli arconti non si riunivano in un’unica sede, ma ogni arconte aveva un suo edificio dove risiedeva: l’arconte eponimo aveva sede nel Prytanèion, l’arconte re aveva sede nel Bucoleion, l’arconte polemarco aveva sede nel Epiyukeion, mentre i sei tesmoteti occupavano a loro volta il Tesmoteteion. Infine durante l’attività di Solone, gli arconti usavano riunirsi tutti nel Tesmoteteion.
Aristotele è vissuto nella seconda metà del IV Secolo, e fu maestro di Alessandro il Grande. Altro autore è Polluce, vissuto nel II Secolo d.C., scrive l’opera intitolata “Onomastikon” che tratta vari fatti storici importanti, dice che accanto al Bucoleion vi è un altro edificio il Basileion, sede dove esercitavano funzione i Fiulo-Basileis, i capi delle tribù gentilizie. Altra testimonianza è quella di Apollodoro, mitografo del I Secolo d.C., racconta nell’opera “Sugli dèi” dell’esistenza di un’agorà arcaica “arkaia agorà”, posizionata a ovest dell’Acropoli, zona tra l’Areopago e la rampa di accesso alla stessa, ma gli scavi archeologici non danno traccia di un’agorà. Tuttavia la testimonianza di Apollodoro va a braccetto con quella di Aristotele, perché combinando le testimonianze di studio con quelle letterarie, si riesce a ricavare la vera posizione. Aristotele inoltre dice che prima di Solone esisteva un Pritaneo, ed era residenza dell’arconte eponimo; Pausania, nell’opera “Guida delle Grecia” ci descrive tutti i monumenti e i luoghi della Grecia che ha visitato ed è molto importante. Nel libro primo, descrive Atene passo per passo durante il suo itinerario tra la porta del dipilon, l’agorà, l’agorà romana, va a nord-est dell’Acropoli e scende nella zona del santuario di Zeus Olimpo, risale a sud dell’Acropoli e la descrive. Pausania, nel I, 18-2,3 è già passato per l’agorà romana percorrendo la strada a nord dell’Acropoli per recarsi alla zona del (?). Ci parla di un Santuario dei Dioscuri, detto Anakreion, i dioscuri sono i signori figli di Zeus. Posto vicino al Santuario di Aglauro, eroina femminile, che secondo il mito era figlia del re Cecrope, un primo re di Atene, aveva due sorelle Erse e Pandroso e le tre sorelle avevano avuto incarico di curare l’investitura di Erittonio, figlio del dio Efesto e della terra Attica. La dea Atena, prende Erittonio e lo pone in una cesta e lo affida alle tre sorelle con l’ordine di non guardare nella cesta; delle tre sono Pandroso non si fece sopraffare dalla curiosità mentre Aglauro ed Erse non resistettero ed aprirono la cesta diventando pazze; Aglauro si buttò dall’Acropoli. La sua figura fu innalzata riservandogli un santuario. Vicino al santuario di Aglauro si trova il Putoneo. La soluzione al problema dell’effettiva posizione del tutto, ci viene data da una epigrafe ritrovata nel 1983, che permette di indentificare il santuario di Aglauro costruito in data sconosciuta. Tutto questa zona è quella a est non a ovest dell’Acropoli. L’iscrizione fu ritrovata alle pendici orientali dell’Acropoli, casualmente durante la ristrutturazione della strada che gira intorno all’Acropoli e dal luogo di ritrovo si capisce che quello era il sito originario. E’ una stele di marmo grande che originariamente era incastrata in una base, le dimensioni sono 1mX1.2m, la stele era caduta in avanti ma la base era in posizione originale; la base era addossata ad un muro di recinzione di un’area sacra e il contenuto dell’iscrizione fa capire che l’area delimitata dal recinto era sacra ad Aglauro. Si tratta di un’iscrizione risalente al III Secolo a.C. e contiene un decreto della città di Atene in cui si fa riferimento a sacrifici tributati alla dea e si parla alla fine del testo di onori imputati alla sacerdotessa votata ad Aglauro di nome Timoclite, che doveva essere incoronata con una corona di foglie e poi si dice che il segretario della pritania debba far iscrivere su una stele di marmo quanto detto e collocarla nel santuario di Aglauro. Secondo Apollodoro nella zona occidentale vi era l’arkaia agorà, ma l’Areopago e l’Acropoli sono in quella zona, invece la stele con l’indicazione del santuario si trova nella parte opposta. In conclusione, il santuario dei dioscuri, il santuario di Aglauro e il Pritaneo, parte dall’arcaia agorà, sono ad est dell’Acropoli, dove vi è anche una grande grotta dove andavano i militari di leva ad effettuare il giuramento.