Macaone (Μαχαων) è figlio d’Asclepio e fratello di Podalirio. Generalmente, sua madre è chiamata Epione, figlia di Merope. Ma le tradizioni nominano anche: Arsinoe, Xante, Lampezia, figlia d’Elio, o anche Coronide. Macaone figura fra i pretendenti di Elena e, a questo titolo, partecipò alla guerra di Troia. Col fratello Podalirio, regnava su tre città tessale: Tricca, Itome ed Ecalia. Era alla testa d’un contingente di trenta navi. A Troia, con Podalirio, si consacrò alla medicina, arte ereditata dal padre. Si rece così utile ai combattenti che fu dispensato ben presto da ogni servizio militare. Lo si teneva in retroguardia, essendo la sua vita troppo preziosa per essere esposta. Fra altre guarigioni, gli si attribuiscono quella della ferita di Telefo e quella di Menelao, ferito con una freccia da Pandaro. Egli stesso fu ferito nella tenda di Nestore, dove fu curato da Ecamede, la prigioniera presa un tempo da Achille a Tenedo, e poi assegnata a Nestore. Ma la cura più celebre fu quella ch’egli operò in favore di Filottete, guarendolo da un’ulcera causata in passato da una freccia d’Eracle.
Macaone figura nella lista dei guerrieri rinchiusi nel Cavallo di legno. Si racconta ora che Macaone fu ucciso dall’Amazzone Pentesilea, e ora per mano d’Euripilo, figlio di Telefo. Nestore riportò le sue ceneri a Geremia. Col fratello Podalirio egli aveva un cenotafio a Tricca.
Macaone era sposato ad Anticlea, figlia di Diocle. Da lei ebbe due figli, Nicomaco e Gorgaso. Si conoscono inoltre come figli di Macaone: Alessanore, Polemocrate, Sfiro, Alcone.
La tradizione vuole che Macaone sia stato sopratutto un chirurgo, mentre Podalirio era un medico praticante. Il suo stesso nome, in rapporto forse con quello del coltello (in greco μαχαιρα), spiega questa concezione.
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