L’assemblea popolare ad Atene, come funzionava, da chi era composta? L’inizio della democrazia… il popolo prende le sue decisioni.

 

Assemblea Popolare Atene
Assemblea Popolare Atene Classica

L’assemblea popolare ad Atene era un’altro organo della costituzione democratica voluta da Pericle, era detta anche Ecclesia. Per far parte dell’assemblea bisognava essere cittadino ateniese (Polites) maschio. Fino alla metà del V Secolo a.C. bastava avere solo il padre cittadino poi dal 541 a.C., su legge di Pericle, bisognava avere anche madre ateniese. Se nascevano da madre ateniese e padre straniero venivano considerati bastardi (Notoi) e non avevano tutti i diritti. Il diritto di cittadinanza poteva essere anche perduto quando si era colpiti da atimia, che poteva essere anche provvisoria mentre l’epitemia era la restituzione dei diritti. Altro requisito era la maggiore età e a 18 anni il giovane veniva iscritto alle liste del demo di residenza, detta Lexiotiocon Grammateion, cioè diritto di avere proprietà: prima di far parte dell’ecclesia il giovane doveva assolvere al servizio militare, l’efebia, della durata di due anni e dopo essere rientrato poteva entrare a far parte dell’assemblea. Questa pratica è verificata a partire dal IV Secolo a.C., inoltre ne facevano parte tutti i cittadini delle quattro classi censitarie esclusi minorenni, donne, meteci, schiavi, atimoi. Se un meteco tentava di partecipare e veniva scoperto veniva punito con una grossa multa. In età classica, si pensa fossero circa 30000 uomini ad avere diritto di partecipazione e le decisioni erano in linea di principio decisioni di tutto il popolo ateniese, ma in realtà alle assemblee vi partecipavano circa un migliaio di persone perché o si era sempre in guerra, oppure si abitava troppo lontani e questi non si sarebbero mai fatti centinaia di miglia per partecipare o si sentivano poco motivati. Tucidide ci racconta che durante le guerre del Peloponneso vi erano raramente più di 5000 persone, mentre per raggiungere il quorum di votazione vi era necessità di 6000 persone per validare le decisione come ad esempio l’ostracismo. Il problema venne risolto alla fine del V Secolo a.C. perché si istituì una paghetta tra 1 dracma e 1½ dracma. Questo incentivo determinò la partecipazione in massa con disordini pubblici per l’affluenza e quindi solo i primi 6000 prendevano il gettone.

Busto di Pericle
Busto di Pericle

L’assemblea popolare inizialmente si riuniva una volta per pritania, nel tempo fu aumentato a quattro volte a pritania. Erano riunioni distinte tra loro: vi era un’assemblea principale (Ecclesia Kypna) durante la quale si trattavano le questioni principali e poi vi erano altre tre dette ordinarie (proninoi) dove si trattavano quesiti non particolarmente importanti. L’assemblea era convocata dai pritani che preparavano l’ordine del giorno e si curavano di informare i cittadini dell’ordine del giorno mettendo, almeno quattro giorni prima, un avviso sul monumento degli eroi eponimi. La sua durata era di una giornata intera, dall’alba al tramonto: dalle fonti si deduce che durava mezza giornata, dopodiché poteva succedere che un occasioni importanti si potevano tenere assemblee straordinarie.

L’assemblea poteva discutere degli ordini del giorno, non potevano fare di testa loro, e il Consiglio dei 500 preparava quindi il decreto (Probuleoma) preliminare che poteva essere o sviluppato o aperto. Il Probuleoma sviluppato era già compilato delle sue parti e non vi era nulla da discutere e bisognava solo ratificare con un SI; il Probuleoma aperto era invece una proposta su cui poter discutere veramente con l’approvazione o il respingimento.

Le riunioni erano organizzate dai presidenti che dirigevano la seduta ed erano gli stessi della Boulè, cioè l’Epistates Ton Prytaneon, fino al V Secolo a.C. cioè quando venne istituito il Collegio dei Predroi, con un presidente, l’Epistates Ton Proedron. Vi erano altre figure di contorno come l’araldo pubblico, il Keriux che apriva la seduta con un sacrificio agli dei; il segretario pubblico (Grammaterion Tes Poeas) che si occupava dei documenti ufficiali. Durante l’assemblea quindi si discuteva l’ordine del giorno ma 6000 persone non parlavano singolarmente e quindi stavano sedute ed ascoltavano mentre si susseguivano una serie di discorsi fatti da uomini politici, i retores, gli oratori.

Aspetto particolare era la votazione, i presenti che votavano non rispondevano giuridicamente del loro voto mentre i retores rispondevano di persona su quello che avevano detto perché non dovevano proporre cose incostituzionali e se lo facevano andavano incontro ad un processo penale detto “grafè pronomon” cioè accusa di cose illegali.

Per votare, si utilizzava la stessa modalità vista nel Consiglio dei 500: o per voto palese la cherotomia, cioè l’alzata di mano, o per voto segreto la psefophoria, cioè i sassolini deposti in un contenitore. L’assemblea si occupava di tutti gli affari di stato salvo rare eccezioni. Se un assemblea non accettava il Probuleoma del consiglio dei 500 poteva rifiutare o fare una controproposta che veniva ritrattata dal consiglio e ritornava all’assemblea. L’unica cosa che l’assemblea non poteva fare era prendere decisioni in modalità autonoma

By Simone Riemma

Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.

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