Non si conoscono con certezza le ragioni che portarono un così grande contingente di popoli germanici a iniziare un vasto movimento migratorio alla ricerca di nuove terre, ma di certo tale spostamento rappresentò un grosso rischio non solo per gli interessi dei Romani, ma anche per la loro sicurezza; per questo essi decisero di intervenire militarmente.
L’obiettivo principale di questi popoli era trovare territori in cui stabilirsi e, per questo motivo, si spostavano in massa, uomini, donne, bambini e anziani. Probabilmente, il loro scopo era quello di occupare qualche ricca regione dell’Hispania, terra molto lontana dai loro luoghi d’origine, sopratutto per i Cimbri, provenienti dal Baltico, e per i Teutoni, tradizionalmente stanziati ad est del Reno. Innanzitutto, approcciarono l’Illiria e nel 113 a.C. sconfissero la prima resistenza armata di Roma a Noreia, sulle Alpi orientali. Senza incontrare molti altri ostacoli, avevano iniziato un dispacciamento erratico nella Gallia, nella quale riuscirono a penetrare nell’anno 110 a.C., assediando e saccheggiando villaggi al loro passaggio, per poi stabilirsi momentaneamente in Aquitania. La battaglia di Arausio, nel 105 a.C., fu il secondo tentativo di Roma di frenare la loro avanzata, ma ne risultò un vero e proprio massacro e una beffa per gli eserciti romani che caddero di fronte al fiero spirito aggressivo di questi popoli, i cui guerrieri di avanguardia avevano l’usanza di legarsi tra loro con delle corde per evitare che qualcuno potesse fuggire. Successivamente attraversarono i Pirenei ed entrarono nella Penisola Iberica, dove si imbatterono in una violenta resistenza da parte dei Celtiberici, che li costrinsero ad abbadonare l’Hispania. A quell’epoca, Roma aveva assegnato il comando delle sue legioni all’esperto Mario che, nel 102 a.C., vinse i Teutoni ad Aquae Sextiae (Aix-en-Provence), costringendoli al ritiro definitivo e, l’anno seguente, sterminò i Cimbri nella battaglia di Vercelli.