Tolomeo XV Cesare Filopatore Filometore (gr: Ptolemaios Kaisar Filopatwr Filomhtwr), meglio conosciuto come Cesarione, fu il figlio di Giulio Cesare e Cleopatra VII, co-reggente del regno tolemaico d’Egitto con la madre, fatto uccidere da Ottaviano Augusto in seguito alla battaglia di Azio e la conseguente conquista romana dell’Egitto. La sua (breve) vita è stata, a differenza di quella dei suoi genitori, per lo più avvolta dal mistero. Ripercorriamo nel seguente articolo la questione riguardante la sua – dibattuta – paternità.
Molti dubbi sulla paternità di Tolomeo XV furono espressi già dalle fonti immediatamente successive.
La versione convenzionalmente comprovata e accettata è quella di Plutarco:
«Poi [Cesare], lasciando Cleopatra sul trono d’Egitto, subito dopo che lei ebbe da lui un figlio che gli Alessandrini chiamavano Cesarione, si diresse verso la Siria». [Plut., Vita di Cesare, 49, 10]
«In primo luogo egli [Antonio] dichiarò Cleopatra regina d’Egitto, Cipro, Libia e Celesiria, e lei condivideva il suo trono con Cesarione. Cesarione si credeva fosse un figlio di Cesare, il quale lasciò Cleopatra incinta. In secondo luogo egli [Antonio] proclamò i figli avuti da Cleopatra “Re dei Re”, e ad Alessandro assegnò l’Armenia, la Media e la Partia (quando le avrebbe sottomesse), a Tolomeo la Fenicia, la Siria e la Cilicia». [Plut., Vita di Antonio, 54, 4]
Le altri fonti sono alquanto concordanti ad attribuire la paternità ‘acquisita’ di Tolomeo XV a Cesare, ma discordanti su quella biologica. Cassio Dione parla apertamente di una “finzione”:
«A Cleopatra inoltre, in relazione alla richiesta di aiuto inviata a Dolabella, fu garantito il diritto di avere il figlio chiamato re d’Egitto; questo figlio, che lei aveva chiamato Tolomeo, lei finse di averlo avuto da Cesare, e perciò volle chiamarlo Cesarione». [Cassio Dione, 47, 31, 5]
Svetonio, al contrario, si mostra più “neutrale” in merito, fornendo (probabilmente) anche la stessa fonte cui avrebbe attinto Cassio Dione:
«La sua più grande passione fu però Cleopatra, con la quale protrasse i banchetti fino alle prime luci dell’alba. Conducendola con sé, su una nave dotata di camera da letto, avrebbe attraversato tutto l’Egitto se l’esercito non si fosse rifiutato di seguirlo. Infine la fece venire a Roma e poi la rimandò in Egitto, dopo averla colmata di onori e di magnifici regali, permettendole di dare il proprio nome al figlio nato dal loro amore. Alcuni scrittori greci hanno affermato che questo figlio assomigliasse moltissimo a Cesare sia nell’aspetto, sia nel modo di camminare. M. Antonio dichiarò in Senato che lo aveva riconosciuto per questo e che la stessa cosa sapevano C. Marzio e C. Oppio e tutti gli altri amici di Cesare. Ma uno di costoro, e precisamente Oppio, pensando fosse opportuno difenderlo e giustificarlo su questo punto, pubblicò un libro nel quale sosteneva che non era figlio di Cesare quello di cui Cleopatra gli attribuiva la paternità». [Svet., Vite dei Cesari, I, 52]
Altri particolari ci giungono da Nicola di Damasco, che cita in proposito alcune ‘incontrollate’ voci riguardanti Cesare e Ciro (Cesarione):
«Una gran sorta di voci circolava tra la gente, alcune raccontando una storia, altre raccontandone altre. Alcuni dicevano che egli [Cesare] avesse deciso di stabilire la capitale dell’intero Impero in Egitto, e che la regina Cleopatra avrebbe regnato con lui e avesse avuto da lui un figlio, chiamato Ciro, lì. Questo Cesare in persona ripudiò come falso». [Nicola Damasceno, 20]
Non mancano alcune evidenze archeologiche che, raffrontate con le informazioni delle fonti, forniscono interessanti spunti di riflessione.
Un primo caso è la stele 335/IM8 del Louvre, che data il compleanno del “faraone Cesare” al 23 Payni dell’anno 5 (23 Giugno 47 a.C.). Cesarione quindi, stando alla stele, sarebbe stato concepito nel settembre del 48 a.C. (novembre 706 A.U.C.), ossia quando Cesare e Cleopatra si trovavano entrambi ad Alessandria. Il contenuto della stele ben si adatta sia alla versione di Plutarco, che colloca la nascita di Cesarione al 47 a.C. (poco dopo la partenza di Cesare dall’Egitto), che a quelle di Nicola Damasceno e Svetonio, i cui fatti si riferiscono all’anno 45 a.C..
Un’altra interpretazione (di J. Carpocino) della stesse stele intende la nascita di Cesarione all’anno 44 a.C., e non al 47 a.C.. Questa rilettura non è casuale. Una serie di studiosi ha voluto notare (giungendo probabilmente ad una forzatura speculativa) che nelle fonti contemporanee non vi è alcuna menzione di Cesarione o di alcun figlio avuto da Cesare se non dopo la sua stessa morte: essi (e tra questi J. Balsdon), sulla linea d’onda di Cicerone, che riporta di aver appreso – con la speranza sia vero – di Cleopatra e del bambino Cesare in una lettera ad Attico (14, 20) datata “a.d. V Id. Mai. A.U.C. 710” (10 Maggio 44 a.C.) considerano quindi il 44 a.C. come l’anno di nascita di Cesarione. Emergerebbe però, per quanto suggestiva, un’ulteriore considerazione in merito: se Cesarione fosse effettivamente nato nel 44 a.C., Cesare non sarebbe mai potuto esserne il padre (stando allo stesso Cesare e al De Bello Civili (V, 8), egli si trovava nella precedente estate in Spagna). Basti notare però che una semplice rilettura – in chiave differente – di Cicerone sconfesserebbe tale teoria: come fatto notare da G. H. Macurdy, Cicerone avrebbe potuto anche riferirsi ad un altro figlio – morto prematuramente – avuto da Cleopatra oltre allo stesso Cesarione in una gravidanza successiva al 47 a.C., (nel 44 a.C. appunto).
Una cosa sembra però essere chiara, e dedotta dalle fonti. La questione della paternità di Cesarione assunse un maggior peso politico dopo la morte di Cesare: se per Ottaviano la presenza di un figlio di Cesare avrebbe ‘guastato’ la sua eredità politica di nipote, allo stesso tempo gli oppositori di Ottaviano tendevano a dimostrare e a sostenere che Cesarione fosse effettivamente il figlio del defunto dittatore.
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Fonti: Svetonio, Vite dei Cesari| Cicerone, Ad Atticum | Plutarco, Vite Parallele | Nicola Damasceno, Storia | J. Carpocino, Passion et politique chez les Césars (1958) | J. P. V. D. Balsdon, Historia 7 (1958) | H. Heinen, Historia 18 (1969) | G. H. Macurdy, Hellenistic Queens | Paris, louvre IM8 da Menfi, Serapeum di Saqqara.