La regione nordoccidentale dell’Africa mediterranea, occupata dal regno di Mauretania, viene lasciata in eredità a Ottaviano da re Bocco II, morto nel 33 a.C. Diventata regno “cliente” affidato a Giuba II di Numidia, un giovane che era cresciuto a Roma ed era stato compagno di studi di Ottaviano, sopravvive per più di mezzo secolo, fino a quando l’ultimo sovrano viene fatto assassinare da Caligola. Trasformata nelle province della Tingitana e della Caesarensis da Claudio, è oggetto di una consistente opera di municipalizzazione e di concessione della cittadinanza alle comunità in cui era più avanzato il processo di romanizzazione. Per tutta l’età imperiale il territorio della Mauretania si mantiene prospero e piuttosto pacifico, anche se l’urbanizzazione rimane molto più limitata di quella della Proconsolare e con una presenza romana disomogenea, accanto alla quale sopravvivevano ancora territori legati all’organizzazione tribale indigena.
La Mauretania Caesarensis era caratterizzata da una costa ricca di insenature e porti naturali inseriti allo sbocco di una fertile pianura alluvionale, alle spalle della quale un territorio morfologicamente complesso con pianure alternate a montagne (l’altopiano degli Chott e l’Atlante sahariano) condizionava certamente la linea del confine meridionale della provincia, sempre poco definito. Tra il II e III secolo la regione vive un periodo di grande instabilità per le ricorrenti incursioni delle tribù maure e il limes viene progressivamente spostato all’interno con successive linee di città e forti uniti da strade secondarie, che servivano a controllare le zone che rimanevano escluse dall’occupazione. Con Traiano il limes raggiunge le alture dell’Arausio dove, nel 100, viene fondata una colonia di veterani a Thamugadi (Timgad), mentre a sud e a nord delle montagne venivano costruite strade, accampamenti, e fortificazioni minori.
Il IV secolo è caratterizzato dall’ascesa di grandi famiglie che, oltre a possedere notevoli estensioni di territorio, ricoprono anche cariche pubbliche o comandi militari; alcuni membri di queste casate saranno alla base di una rivolta scoppiata negli ultimi decenni del secolo. Le città della Mauretania Caesarensis sorgono soprattutto lungo la costa, dove sono anche i due centri principali, Caesarea Iol (Cherchel) e Tipasa, mentre all’interno l’urbanizzazione rimane poco intensa, caratterizzata dalla nascita di numerosi nuclei urbani, villaggi fortificati con funzione principalmente strategica, nonché di ville e fattorie, spesso anch’esse fortificate, legate alla produzione dell’olio.
La Mauretania Tingitana occupava l’estremo lembo occidentale dell’Africa mediterranea, in corrispondenza dell’odierno Marocco, con una vasta pianura delimitata dalle montagne dell’Atlante e affacciata prevalentemente sull’Oceano. L’economia della regione era legata essenzialmente alla preparazione del garum e delle conserve di pesce, alla cui lavorazione erano certamente destinati alcuni grandi impianti (scoperti sulla costa), e alla produzione agricola: numerose presse per la spremitura delle olive sono la testimonianza di un’attività della produzione dell’olio, forse destinato esclusivamente ai mercati regionali.
[X]