La nascita dell’identità europea è da far risalire all’antichità. Il nome Europa lo troviamo per la prima volta nell’opera (Teogonia) del poeta greco Esiodo, vissuto intorno al 700 a.C.: è il nome di una dea, figlia di Oceano, e significa “colei che ha dei grandi occhi”. Accanto ad Europa, tra le figlie di Oceano (e dette pertanto “Oceanidi”), Esiodo mette anche Asia. Così Europa e Asia, quando per la prima volta sono menzionate, compaiono come sorelle.
Nelle versioni moderne del mito (rielaborazioni del racconto omerico), Europa è invece la principessa fenicia rapita da Zeus sotto le sembianze di toro, che l’avrebbe portata a Creta, da qui designando con il suo nome i territori ad ovest rispetto al Vicino Oriente.
In epoca romana il contrasto era tra la civiltà, ancorata lungo le sponde del Mar Mediterraneo, dove si parlavano il latino e il greco, e la barbarie, soprattutto delle popolazioni germaniche. Tuttavia gran parte degli storici ritengono che l’Impero romano, comprendendo anche territori geograficamente extra-europei, non possa essere considerato pienamente “europeo” come oggi potremmo intendere il termine. L’arrivo sulla scena politica romano-mediterranea delle popolazioni germaniche gettò le basi di un’idea di Europa più vicina alla nostra, nella quale furono incluse anche le regioni dell’Europa centrale e settentrionale. Questo cambiamento della geografia politica (tra la costituzione dei regni romano-barbarici e l’Alto Medioevo) portò ad accentuare la contrapposizione tra Occidente e Oriente.
Nel latino medievale il termine “Europa” non compare spesso, ma viene usato (laddove è usato) in riferimento a Carlo Magno e ai suoi avi, di cui le rispettive Renovatio Imperii e il fermare l’avanzata araba (Poitiers, 732) sono state lette a posteriori come uno dei momenti fondanti dell’Europa e di una sua specifica “coscienza”. Al di là del fatto che il Sacro Romano Impero di Carlo Magno fosse effettivamente solo una parte – occidentale – dell’area geografica europea, resta il fatto che da quel momento viene sancito uno spazio politico nel quale si tenterà, da parte del sovrano, di renderlo omogeneo – politicamente quasi impossibile – almeno dal punto di vista religioso (cristiano), monetario (denario d’argento) e dei sistemi di misurazione e di istruzione (schola palatina e scrittura minuscola carolina).
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