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L’eredità linguistica araba nella lingua italiana

Continuazione de: “L’eredità linguistica gotico-longobarda nella lingua italiana”. [Leggi]

A partire dal VII secolo fanno la loro comparsa nella storia italiana gli Arabi, che attaccavano a scopo di razzia Corsica, Sardegna e Sicilia allora in mano bizantina. Il ripetersi di questi attacchi presto fece sì che si creassero i presupposti per stanziamenti stabili nelle terre che ricadevano sotto la sfera d’influenza araba. Nel giro di quattro anni (827-830) fu conquistata la Sicilia ai Bizantini, la foce del fiume Garigliano e Bari così segnando l’inizio di una permanenza secolare che terminerà – politicamente – solo nel 1072.

Miniatura raffigurante una battaglia tra cavalieri arabi e bizantini, dal Codex Graecus Matritensis di Ioannis Skyllitzes.

Nel corso di questi secoli gli Arabi influenzarono notevolmente non solo la cultura locale, ma anche la lingua parlata. Tuttora nella lingua di tutti i giorni persistono centinaia di arabismi. C’è da dire inoltre che anche la stessa lingua araba aveva fatto proprie influenze linguistiche delle aree laddove dominava, come termini persiani, sanscriti, ebraici e turchi.

Vediamo ora quali sono queste parole, raggruppate per ambiti, gli stessi di cui gli Arabi erano padroni e portatori nella civiltà latino-bizantina:

Espressioni: “Scacco matto!” da ash-Shāh Māt “Lo scià è morto”; “Sciallo/a!” da Insh-Allah “Se Dio vuole”.

Toponimi siciliani: Calatafimi, Caltagirone, Caltanissetta, Caltavuturo, Favara, Gibellina, Mazara (del Vallo), Misilmeri.

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