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Teseo: ciclo cretese e attività politica ad Atene

Riprendiamo a parlare della figura di Teseo dopo aver visto le sue origini e l’infanzia/adolescenza. In questo articolo vedremo, come da titolo, il ciclo cretese (Labirinto del Minotauro e relazione con Arianna, figlia di Minosse) l’attività politica ad Atene (Sinecismo dell’Attica, formazione dello Stato e prime istituzioni).


 

Il ciclo cretese

Si sa che, in seguito alla morte d’Androgeo, figlio di Minosse, quest’ultimo aveva preteso dagli Ateniesi un tributo pagabile ogni nove anni, di sette giovani e sette ragazze. Quando giunse il momento di fornire tale tributo per la terza volta, gli Ateniesi cominciarono a mormorare contro Egeo. Teseo rifletté, e, per calmarli, si offrì volontariamente per essere mandato a Creta. Si raccontava altresì che Minosse sceglieva personalmente le vittime e che reclamò Teseo, pattuendo che i giovani doveva giungere disarmati. Ma, se riuscivano ad uccidere il Minotauro, al quale dovevano essere dati in pasto, avrebbero avuto il diritto di ritornarsene via liberamente.

Teseo partì, su una nave ateniese, il sesto giorno del mese di Munichione. Il pilota era Nausitoo, un uomo di Salamina, che gli aveva dato il re di questa città, Scito, perché il nipote di quest’ultimo, Menestre, faceva parte dei giovani inviati a Minosse. Fra le ragazze figurava Eribea, o Peribea, figlia del re di Megara Alcatoo.

Riguardo a Peribea si raccontava la storia seguente: Minosse, che in questa versione era venuto a cercare il tributo personalmente, s’innamorò della giovane durante la traversata. Ella chiamò Teseo in suo aiuto, e Teseo dichiarò a Minosse che, in qualità di figlio di Poseidone, era nobile quanto lui, benché egli fosse figlio di Zeus. Minosse pregò allora suo padre, che mandò un lampo. Per mettere Teseo alla prova, Minosse lanciò allora un anello in mare, e gli ordinò, se era veramente figlio di Poseidone, di riportarglielo. Teseo si tuffò immediatamente, e fu ricevuto nel palazzo di suo padre, il quale gli consegnò l’anello di Minosse. Più tardi, Teseo avrebbe sposato Peribea, che fu celebre, soprattutto, come moglie di Telamone.

Partendo, Teseo aveva ricevuto dal padre due assortimenti di vele per la nave. Delle vele nere, per l’andata – poiché il viaggio era funesto. Ma Teseo era riuscito a ispirare a tutti tanta fiducia nel suo valore che non si dubitava ch’egli riuscisse a uccidere il Minotauro. Con questa speranza, e poiché non si dubitava che il viaggio di ritorno sarebbe stato felice, Egeo gli aveva procurato vele bianche.

Arrivato a Creta, Teseo fu rinchiuso, insieme coi compagni, nel Labirinto, che era il «palazzo» del Minotauro. Ma, prima, era stato scorto da Arianna, una delle figlie di Minosse, che se n’era innamorata e gli aveva dato un gomitolo di filo perché egli potesse ritrovare la strada nel labirinto. Secondo un’altra versione, Arianna non gli aveva dato un gomitolo di filo, ma una corona luminosa, ch’ella aveva ricevuto come regalo di fidanzamento di Dioniso; grazie alla luce di questa corona, Teseo avrebbe ritrovato la via nel Labirinto oscuro. Talvolta, infine, questa corona divina non era considerata un regalo d’Arianna, ma d’Afrodite, ch’ella aveva fatto all’eroe allorché quest’ultimo era disceso nel palazzo di Poseidone per ricercare l’anello di Minosse.

Teseo uccide il Minotauro (mosaico)

Arianna, prima d’aiutare Teseo, aveva posto come condizione ch’egli l’avrebbe sposata e portata con sé in patria. Teseo aveva promesso, e mantenne la promessa. Quando ebbe ucciso il Minotauro (massacrandolo a pugni), fece affondare le navi dei Cretesi per impedire ogni tentativo d’inseguimento e salpò di notte accompagnato da Arianna e dai giovani Ateniesi salvati dalla sua impresa.

Secondo la versione più celebre della leggenda, Teseo giunse a Nasso una sera, e fece scalo. Arianna s’addormentò, e, quando si risvegliò, era sola. All’orizzonte stava sparendo la nave di Teseo, il quale l’aveva abbandonata. I mitografi s’interrogano sul motivo di tale abbandono. Gli uni assicuravano che Teseo amava un’altra donna, Egle, figlia del focide Panopeo. Altri, che egli aveva abbandonato la giovane per ordine di Dioniso, il quale aveva scorto Arianna e se ne era innamorato. Altri ancora, che il dio l’aveva rapita di notte, oppure sarebbe stata Atena, o Ermes, ad ordinare a Teseo d’abbandonare Arianna. Quest’ultima fu poi sposata da Dioniso, il quale la portò nel paese degli dei.

Nella cartina viene raffigurato il tragitto compiuto da Teseo verso l’isola di Creta e il suo ritorno passando per Nasso.

Esistevano ancora altre versioni dell’episodio d’Arianna. Per esempio, che la nave che la trasportava, con Teseo, era stata trascinata dalla tempesta fino a Cipro. Arianna, che era incinta e assai provata dal mal di mare, era sbarcata. Teseo era risalito sulla nave per vigilarne la sicurezza, ma un colpo di vento l’aveva trascinato al largo. Le donne dell’isola, impietosite per la giovani abbandonata, l’avevano curata, le avevano portato lettere scritte da loro stesse e che dicevano provenire da Teseo. Ma Arianna era morta dando alla luce il figlio. Più tardi, Teseo era ritornato, aveva dato del denaro alle donne e aveva istituito un rituale e un sacrificio in onore d’Arianna.

Sulla via del ritorno, Teseo fece un altro scalo, a Delo, dove consacrò, nel tempio, una statua d’Afrodite, che Arianna gli aveva dato. Qui danzò, con i giovani salvati, una complicata danza circolare, che rappresentava le sinuosità del Labirinto. Questo rito sussistette in epoca storica.

Giunto in vista delle coste dell’Attica, Teseo, addoloratissimo per la perdita d’Arianna, dimenticò di cambiare le vele nere della nave e d’issare la vela bianca, segno di vittoria. Egeo, il quale spiava il suo ritorno dalla riva, scorse la vela nera, e, credendo che il figlio fosse perito, si precipitò nel mare, che assunse allora il nome di Mar Egeo. Si raccontava altresì che il vecchio sorvegliava il mare dall’alto dell’Acropoli, nel punto in cui s’innalzava ora il tempio della Vittoria «Apteros». Allorché vide la vela nera, si precipitò dall’alto della scogliera e si uccise.

Attività politica ad Atene

Dopo la morte d’Egeo, Teseo, liberato dai Pallantidi, prese il potere in Attica. Il suo primo atto fu di realizzare il «sinecismo», cioè di riunire in una sola città gli abitanti disseminati fino ad allora nella campagna. Atene fu la capitale dello Stato così costituito. La dotò degli uffici politici essenziali: il Pritaneo, la Bulè ecc. Istituì la festa delle Panatenaiche, simbolo dell’unità politica dell’Attica. Batté moneta, divise la società in tre classi: i Nobili, gli Artigiani e i Coltivatori, e instaurò, nelle linee principali, il funzionamento della democrazia, come esisteva in epoca classica. Conquistò la città di Megara e l’incorporò allo Stato che aveva fondato. Alla frontiera del Peloponneso con l’Attica eresse una stele per segnare il confine dei due paesi: da una parte il paese dorico, dall’altra quello ionico. E, come Eracle aveva fondato i Giochi Olimpici, in onore di Zeus, così Teseo fondò, o piuttosto riorganizzò, i Giochi Istmici, a Corinto, in onore di Poseidone.

Sotto il regno di Teseo ebbe luogo la spedizione dei Sette contro Tebe. Teseo aveva già accordato la sua protezione a Edipo quando quest’ultimo aveva cercato rifugio a Colono; allo stesso modo, assicurò la sepoltura degli eroi caduti davanti alla città. La stessa parte sarà attribuita a suo figlio Demofonte, al momento del ritorno degli Eraclidi.


 

Con questo termina il secondo articolo alla figura di Teseo, nel prossimo: La guerra delle Amazzoni La morte di Teseo.


 

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