Il passaggio da Repubblica a Ducato si realizzò tra il 954 e il 958 d.C.: nel 954 d.C. Mastalo II si intitolò duca (era già conte), mentre Sergio I nel 958 d.C. fece diventare tale carica ereditaria.
L’afflusso di gente proveniente da Bisanzio verso Amalfi e Atrani continuò ancora per il X e l’XI secolo: le fonti documentarie attestano la presenza di personaggi ragguardevoli che si firmavano in lettere e lingua greca oppure in caratteri greci ma in lingua latina, la presenza di monaci di rito greco e anche la grande presenza di nomi greci nell’onomastica locale.
Presenza amalfitana nel Mediterraneo. La presenza amalfitana la ritroviamo anche in grandi centri orientali: si ricordano le basi commerciali di Costantinopoli (zona Corno d’Oro) del Cairo (Egitto) oltre alla presenza di flotte amalfitane in Siria (al fianco dei Bizantini nel 969) o in Egitto (al fianco dei Fatimidi): quest’ultima alleanza valse alla piccola Repubblica nel 971 d.C. l’esenzione dai dazi doganali in tutti i porti egiziani e l’autorizzazione a coniare i tarì d’oro. Agli inizi del X secolo il prefetto di Amalfi si diede molto da fare per il riscatto dei cristiani prigionieri degli Arabi, per cui il patriarca di Costantinopoli lo gratificò con grandi quantità d’argento e l’imperatore lo designò del titolo aulico di patrizio imperiale. Tra X e XI secolo persino vari esponenti della nobiltà amalfitana furono insigniti di titolo onorifici dalla corte bizantina per i servigi di carattere politico offerti in funzione anti-araba (poi anche anti-normanna).
La fine della Repubblica. La fine della Repubblica marinara si ha nell’ambito della conquista normanna del meridione, quando i continui contrasti tra gli Altavilla (Roberto e Ruggero II di Sicilia) e Papato e Impero ebbero come luogo dello scontro la stessa Amalfi, la cui posizione era molto ambigua (dalla protezione normanna ai trattati commerciali con gli organismi anti-normanni): la città venne attaccata e saccheggiata dai Pisani nel 1135, poi respinti e sconfitti da Ruggero II. Il riconoscimento conseguente dell’autorità normanna sull’Italia meridionale da parte di Impero e Papato segnò la fine di ogni autonomia politica, ma non commerciale (proseguita anche sotto i Normanni), da parte della Repubblica.
Già all’epoca della Repubblica marinara, se Amalfi era sede dell’autorità ecclesiastica Atrani era sede della Corte e infatti lì, nella chiesa di S.Salvatore, avveniva la nomina della più alta carica del Ducato. La nobiltà risiedeva a Scala e a Ravello, mentre a Minori si trovava l’arsenale della flotta. A Maiori, Ravello, Campidoglio e Pogerola erano insediate le guarnigioni militari. L’intero territorio era inoltre protetto da un complesso sistema di fortificazioni: torri lungo la costa e castelli all’interno, sulle colline.
Il tramonto della Repubblica segnò l’inizio di una lunga fase di marginalità ed isolamento. Venute meno o comunque indebolite le funzioni amministrative, politiche e militari, i centri continuarono a condividere una storia comune, costituendo un sistema idealmente unitario ma distinguendosi in virtù delle proprie specifiche strutture economiche e produttive. La fascia costiera rimase dedita al commercio e alla marineria, l’interno collinare confermò la propria fisionomia agro-pastorale: tratti comuni erano l’arboricoltura delle colline terrazzate (vigneti e limoneti) e la diffusione delle attività artigianali, pur con alcune specializzazioni (la carta e la pasta di Maiori, il cotone e la seta a Ravello).
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