Antica GreciaAntichità e Istituzioni Ateniesi

Stoà delle erme

La Stoà delle erme detta così poiché vi erano un numero enorme di queste statue dedicate al dio Ermes. Vi sono due autori e due iscrizioni che parlano di due stoà delle erme: gli autori sono Eschine (3.186) che racconta di Cimone e due strateghi, che avevano conseguito un’importante vittoria nella Tracia nel 475 a.C., al loro ritorno avevano eretto tre erme vicine e la città aveva dato loro l’autorizzazione a patto che non comparisse il loro nome poiché gli ateniesi volevano che la vittoria ad Elion apparisse della città e non degli strateghi. L’altra testimonianza, discutibile, è di Arpocrazione, grammatico del II Secolo d.C., che racconta di un altro oratore Articonte che a sua volta citerebbe una stoà delle erme. Mentre più attendibili sono le iscrizioni che parlano della stoà: sono decreti onorari del III a.C. per ufficiali di cavalleria, Ipparchi e Filarchi, nelle iscrizioni vi è scritto che la stele deve essere collocata nella stoà delle erme.

Agorà di Atene - probabile posizione della Stoà delle erme
Agorà di Atene – probabile posizione della Stoà delle erme
Teste di erma ritrovate nella zona della stoà nell'angolo NW dell'agorà
Teste di erma ritrovate nella zona della stoà nell’angolo NW dell’agorà

La zona delle erme sarebbe da collocare nell’angolo nord-occidentale dell’agorà, tra la stoà basileios e la stoà poikile, dove la via delle panatenee entra nell’agorà. Nella stessa stoà basilea sono state trovate delle erme e gli scavi archeologici confermano la loro presenza. Una testa è stata ritrovata vicino la stoà poikile, un’altra data l’antichità della testa si pensa che possa essere una delle erme di Cimone, vi è poi un frammento vascolare che viene attribuito al pittore di Pan che rappresenta tre erme messe vicine che farebbe riferimento alle tre erme di Cimone e gli strateghi.

Testa di erma raffigurate il dio Ermes
Testa di erma raffigurate il dio Ermes

La stoà delle erme crea molti problemi poiché non è stato trovato nulla nella zona riconducibile alla stoà. Molti ipotizzano ad “occidente” ma non vi è nulla che riporta alla stoà, altre ipotesi è che la stoà poikile sia la stoà delle erme, mentre la poikile sarebbe più a est, ma è solo un’ipotesi. Per via dell’urbanizzazione di Atene, purtroppo, non è possibile effettuare scavi che possano confermare.

Una cosa importante e che la zona delle erme era importante per la cavalleria ateniese poiché sappiamo che nella zona si effettuavano adunate, esercizi, corse, finte battaglie di cavalleria. In quest’area gli ufficiali eressero monumenti commemorativi che ricordavano i loro ruoli e le vittorie conseguite ed il più importante è una base che sosteneva un oggetto che ha una rappresentazione di un cavaliere che si reca verso un tripode con un’iscrizione. Il monumento è firmato da un artista famoso dell’epoca, Bryaxis:

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Monumento di Bryaxis
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Monumento di Bryaxis – Iscrizione
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Monumento di Bryaxis – traslitterazione dell’iscrizione

Questa è una famiglia di ufficiali di cavalleria e i Filarchi erano i comandati delle dieci corti di cavalleria con a capo di due Ipparchi. Questi tre erigono il monumento ed è uno dei pochi che è sopravvissuto alla ferrovia.

Pausania non ci dice nulla sulle erme anche se ci passa di persona ma cita una sola erma che si trovava di fronte alla stoà poikile, definendola Ermes Agoraios in bronzo che però doveva essere non stile erma ma interamente antropomorfica e questa statua è menzionata da un altro autore Luciano (JTr., 33), nel II Secolo d.C. il quale dice che è una statua molto bella e copiata dagli scultori dell’epoca tant’è vero che la statua era sporca di pece per via dei calchi delle copie. Doveva essere una statua molto antica quella che videro Luciano e Pausania  ma doveva essere una copia in quanto l’originale doveva essere stata portata via dai Persiani.

Alla zona delle erme è legato un famoso episodio della storia greca, quello della mutilazione delle erme: vi era ad Atene una forte discussione a proposito della spedizione in Sicilia, Alcibiade era favorevole alla spedizione mentre Nicia si opponeva. Si decide di farla nel 411 a.C. e alla vigilia della partenza gli ateniesi si svegliano e trovano tutte le erme danneggiate e si sparse la voce che un gruppo di giovani, tra cui Alcibiade, si erano resi fautori di due misfatti: uno era la pratica dei Misteri Eleusini a casa di un certo Pulizione, cosa molto grave per empietà e la casa di Pulizione era tra il dipylon e l’agorà; nottetempo dopo aver fatto la parodia i giovani sarebbero andati nell’agorà danneggiando le erme. Alcibiade e il suo gruppo vennero accusati dei misfatti, accusa infamante e non giusta e molto probabilmente furono i loro nemici ad infamarli per boicottare la spedizione in Sicilia e in questa maniera si voleva anche influenzare l’opinione pubblica. Alcibiade chiese di essere processato seduta stante ma venne mandato in spedizione e venne richiamato dopo essere giunto in Sicilia. Ritornato ad Atene venne processato in contumacia e condannato a morte con la confisca dei beni e anche ai suoi compagni toccò la stessa sorte. Molte delle erme ritrovate presentano segni di danni. Interessante e che sono state trovare anche iscrizioni relative all’episodio nell’Eleusinion cittadino, santuario di Demetra e Kore, dove sono stati trovati frammenti epigrafici di grandi stele note come stele Attiche. Le iscrizioni contengono il rendiconto dei beni confiscati agli Ermocopiti (rompitori di Erme) e quindi venduti all’asta dalla città. Vi erano dei magistrati addetti alla confisca e alla vendita dei beni confiscati, i Poleti, cioè rivenditori pubblici; erano dieci uno per tribù e le iscrizioni sono datate al periodo immediatamente successivo, il 414/13 a.C.: contenevano i nomi delle persone e gli oggetti confiscati e venduti, il prezzo di vendita, la percentuale dell’1% che gli acquirenti versavano allo Stato come tassa. Oltre al mobilio di casa vi erano anche le anfore panatenaiche vinte durante gli agoni, gli schiavi posseduti, ecc.… case, terreni, animali, ecc.…

Perché erano collocati nell’Eleusinion? Probabilmente come simbolo per far vedere la punizione sia alle dee che al pubblico.

Eleusinion
Eleusinion
schema dell'iscrizione della vendita dei beni di Alcibiade esposta nell'eleusinion cittadino
schema dell’iscrizione della vendita dei beni di Alcibiade esposta nell’eleusinion cittadino

Simone Riemma

Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.

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