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Mitologia greca: I Dioscuri

Dioscuri (Pollux or Castor), Rome, Capitol
Dioscuri (Pollux or Castor), Rome, Capitol

I Dioscuri (Διοσκουροι) sono i «figli di Zeus», Castore e Polluce. Sono nati dall’amore di Zeus e Leda, e fratelli d’Elena e di Clitennestra. Ma Leda era sposata a Tindaro, re di Lacedemone. La notte, in cui Zeus s’unì a Leda sotto forma d’un cigno, ella s’unì anche al suo marito umano, e le due coppie gemelle che nacquero hanno la seguente attribuzione: Polluce ed Elena a Zeus, Castore e Clitennestra a Tindaro. Per questo talvolta i Dioscuri, o figli di Tindaro. Una versione della leggenda racconta che queste due coppie gemelle nacquero ciascuna da un uovo, fatto da Leda in seguito alla sua unione con Zeus trasformato in cigno. Si pone il loro luogo di nascita sul Taigeto, montagna di Sparta. Sono eroi dorici per eccellenza, ciò spiega certi tratti della loro leggenda, in cui li si vede impegnati in una lotta contro l’ateniese Teseo. Allorché Teseo e Piritoo erano andati agli Inferi a conquistare la mano di Persefone, I Dioscuri fecero una spedizione contro l’Attica, perché Teseo aveva rapito la loro sorella Elena, e l’aveva rinchiusa nella fortezza di Afidna. In assenza di Teseo, non soltanto liberarono la sorella, ma portarono anche prigioniera a Sparta la madre di Teseo Etra. Inoltre, cacciarono dal trono d’Atene i figli di Teseo, e misero al loro posto il pretendente Menesteo. I Dioscuri parteciparono alla spedizione degli Argonauti, e si distinsero in particolare contro il re dei Bebrici, Amico. Erano presenti anche alla caccia di Calidone. Ed aiutarono Giasone e Peleo a saccheggiare Iolco. Non figurano fra i combattenti della guerra di Troia, benché siano fratelli di Elena, perché erano stati divinizzati in precedenza, a causa delle seguenti avventure: Tindaro aveva due fratelli, Afareo e Leucippo.

Rape of the Daughters of Leucippus by Rubens, ca. 1618

Afareo aveva due figli, chiamati Ida e Linceo. Essi erano fidanzati alla due figlie di Leucippo, le «Leucippidi» Febe e Ilera. Castore e Polluce furono invitati alle nozze e rapirono le ragazze. Ne seguì una lotta, nel corso della quale Castore e Linceo furono uccisi. Tuttavia, questa semplice versione non è la sola conosciuta dei mitografi. Senza dubbio, i Dioscuri rapirono sì le due Leucippidi, ma ebbero da loro dei figli e non videro le loro donne disputate dai cugini. Con questi ultimi, invece, organizzarono una spedizione destinata a rapire bestiame in Arcadia. Mentre tornavano tutti e quattro col bottino, essi litigarono per la divisione. I Dioscuri tesero un’imboscata ai loro cugini, ma Castore fu ucciso da Ida, mentre Polluce uccideva Linceo, e restava egli stesso ferito. Zeus uccise Ida con un colpo di fulmine e innalzò Polluce al cielo. Ma Polluce non volle accettare l’immortalità che gli offriva il dio, se suo fratello Castore restava agli Inferi. A questo punto, Zeus permise loro di restare, ognuno un giorno su due, fra gli dei. Castore e Polluce sono due giovani eroi, due combattenti. Il primo è soprattutto un guerriero, il secondo pratica l’arte del pugilato. Nelle leggende romane appaiono mentre partecipano alla battaglia del lago Regillo, a fianco dei Romani, e proprio loro annunciano la vittoria alla città, facendo bere i loro cavalli alla fontana di Diuturna, sul Foro. Diuturna, la ninfa di tale fonte, passava per essere loro sorella. Avevano un tempio accanto a questa fondata, non lontano dal tempio di Vesta. Si chiamano «Dioscuri» i fuochi di sant’Elmo a due punte, che erano ritenuti felice presagio per i marinai.

(fonte Dizionario di Mitologia Greca e Romana)

Moneta romana di Massenzio con i Diòscuri sul retro
I Diòscuri nel rovescio di un quinario repubblicano romano
Coin of Antiochus VII with Dioskouri
Castor depicted on a calyx krater of ca. 460–450 BC, holding a horse’s reins and spears and wearing a pilos-style helmet
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