Site icon Storia Romana e Bizantina

Imperium Galliarum e Regno di Palmira: gli Imperi Paralleli

Dopo la morte in battaglia dell’imperatore Valeriano contro i Persiani, nel 260 d.C., alcune province decisero di distaccarsi dal potere centrale per difendersi meglio dalle invasioni esterne: è il caso dell’Impero delle Gallie e del Regno di Palmira. Vediamo la loro (brevissima) storia. Buona lettura!

Impero delle Gallie

Tra il 258 e il 268, il generale romano Postumo, lasciato a difesa sul confine renano, riuscì a farsi proclamare imperatore dai suoi soldati e a costituire un regno autonomo, l’Impero delle Gallie, che comprendeva la Gallia, la Britannia e parte della Spagna settentrionale. Postumo resistette per una decina d’anni, respingendo con successo anche le incursioni barbariche sui suoi confini. L’imperatore legittimo (riconosciuto dal Senato) Gallieno cercò nel 265 di riconquistare la parte occidentale dell’Impero, ma in uno scontro venne ferito e rinunciò alla riconquista. Allo stesso tempo il successo di Postumo fu dovuto a tre fattori:

Antoniniano raffigurante Postumo. L’Impero delle Gallie aveva in questo periodo una zecca autonoma che cessò di battere moneta con Aureliano.

E fu proprio un usurpatore (sconfitto) a determinarne l’inizio della caduta. A Mogontiacum (Magonza, Germania Superiore) si ribellò il legato Ulpio Cornelio Leliano. Le due legioni che inizialmente lo appoggiarono, la VIII Augusta e la XXII Primigenia, tornarono dalla parte di Postumo, e una volta eliminato il rivale (decapitato dai suoi), questi proibì ai suoi soldati di razziare quanto vi era nella città. I soldati si ribellarono e lo uccisero (268). Il suo successore, Vittorino fu sconfitto nel 271 dall’imperatore Claudio il Gotico. La ri-annessione definitiva avvenne nel 274 dopo la battaglia di Chalons tra l’imperatore Aureliano e l’usurpatore gallico Tetrico.

Regno di Palmira

Herbert Schmalz – L’ultimo sguardo della regina Zenobia su Palmira

In Oriente la città siriaca di Palmira, un centro carovaniero molto ricco e importante per i traffici, fu la prima a costituirsi come regno autonomo. il principe Udhainat (che i Romani chiamavano Settimio Odenato) riuscì a sconfiggere i Persiani, che avevano inflitto umilianti sconfitte alle legioni di Roma; ottenne perciò da Gallieno il titolo di Correctior totius Orientis, “reggente dell’intero Oriente”. Poi però la moglie di Odenato, Zenobia, reggente per il figlio minorenne Vaballato, si rese del tutto indipendente da Roma; intorno al 267 controllava Siria, Egitto e parte dell’Asia Minore. Vaballato si proclamò Cesare Augusto, ma a quel punto Roma reagì: nel 272 l’imperatore Aureliano sconfisse Palmira e catturò la stessa regina Zenobia, che venne portata a Roma e in seguito relegata a Tivoli. L’anno successivo Palmira fu saccheggiata in seguito a una ribellione, le sua mura distrutte e venne ripopolata dalle legioni che ne fecero un accampamento militare.

Questi movimenti separatisti non erano semplici rivolte locali: nascevano anche dalla rivendicazione di quella che oggi chiameremmo “nazionalità”. Lo vediamo dai titoli attribuiti a Postumo, proclamato Restitutor Galliarum (“Rifondatore delle Gallie”) e anche Germanicus Maximux (“Primo dei Germani”). Alla lunga, proprio questa “esplosione delle nazionalità” costituirà una delle principali cause che determineranno la caduta del grande impero: l’impero super-nazionale che Roma aveva costruito, si rivelerà una costruzione bella ma impossibile. I vari popoli (in Spagna, Germania, Francia, Africa settentrionale, ecc.) riprenderanno la propria storia separata, dopo lo sconvolgimento prodotto dalle invasioni germaniche.

Exit mobile version