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L’età di Mario e Silla

In questo articolo, a cura del prof. Giovanni Pellegrino, prenderemo in considerazione i principali eventi che si verificarono nell’età di Mario e di Silla.

Roma intervenne nelle faide dinastiche che si verificarono dopo la morte del re Numidia. Questi sono anche gli anni della guerra giugurtina (111-105 a.C.) cui Sallustio dedicò una monografia. Micipsa figlio dell’antico alleato dei Romani Massinissa si era scontrato con il nipote Giugurta che aveva assediato in Cirta il cugino Aderbale, sostenuto dai commercianti italici. In un primo momento l’esercito romano incontrò grandi difficoltà che molti a Roma collegarono alla presunta opera di corruzione attribuita a Giugurta. La guerra ebbe una svolta positiva quando il comando fu assunto da Cecilio Metello Numidico e poi dal suo legato Gaio Mario. Mario era un “homo novus” cioè non proveniente dalle fila dell’aristocrazia ma dalla classe dei cavalieri. Alla fine, Giugurta fu tradito dal re Bocco suo suocero e venne preso prigioniero.

Mario rieletto console nel 104 a.C. sull’onda del successo africano si trovò ad affrontare la minaccia delle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni che nelle loro migrazioni avevano invaso la Gallia. I Cimbri e i Teutoni nel 103 a. C. avevano sconfitto pesantemente i Romani presso Orange. Mario riuscì nel 102 ad affrontarli separatamente e a sconfiggerli, i Teutoni nella battaglia di Aquae Sexstiae e i Cimbri in quella dei Campi Raudii. Una politica post graccana con nuove distribuzione di terre ed elargizione di frumento fu condotta negli ultimi anni del II° secolo dal tribuno Apuleo Saturnino. Il fallimento dell’ennesimo tentativo di dare agli Italici la cittadinanza romana compiuto da Marco Livio Drusio scatenò dal 92 all’89 a.C. la cosiddetta guerra sociale, cioè degli alleati italici.

L’insurrezione contro Roma fu guidata da Massi e Sanniti e Roma la domò solo concedendo la cittadinanza a chi la chiedesse. Mentre gli ultimi ribelli furono assediati e sconfitti a Nola nell’88 a.C. da Lucio Silla, le città Italiche furono organizzate nella forma di municipi romani retti da quadruviri, due dei quali preposti al potere giudiziario e gli altri due all’amministrazione. Negli ultimi anni del II secolo l’oriente ellenistico, in particolar modo il mar Nero, fu teatro dell’espansionismo del re della Cappadocia Mitridate che convogliò contro Roma l’orgoglio superstite greco. Il comando dell’esercito romano in oriente fu conteso tra Mario e Silla con una asprezza inusitata che mise la stessa città di Roma al centro di un conflitto armato. Alla fine di un lungo conflitto prevalse Silla ma uno dei due consoli da lui fatto eleggere per l’anno 87 a. C. , Lucio Cornelio Cinna si schierò dalla parte di Mario.

Tuttavia, dopo la morte improvvisa dello stesso Mario Lucio Cornelio Cinna governò di fatto da solo Roma mentre Silla conduceva la campagna in oriente. Tale campagna ebbe un esito felice dopo l’occupazione di Atene e le battaglie di Cheronea e Orcomeno. Tuttavia, la situazione divenne paradossale quando arrivò in Grecia un secondo esercito romano agli ordini del console Valerio Flacco e poi dello stesso Cornelio Cinna. Entrambi furono uccisi dai loro stessi uomini e nell’83 a.C. Silla tornò in Italia per affrontare e sconfiggere gli italici che resistevano al suo dominio. Contemporaneamente l’alleato di Silla, Gneo Pompeo combatteva vittoriosamente in Sicilia e in Africa i seguaci di Mario ottenendo l’appellativo di Magnus ovvero il Grande. Tali eventi furono di grandissima importanza poiché portarono all’istaurazione a Roma del dominio assoluto di Silla. Infatti, la vittoria di Silla portò con sé il massacro degli avversari politici che erano stati iscritti nelle liste di proscrizione. Inoltre, si verificò la liberazione di un gran numero di schiavi che divennero i suoi più fedeli sostenitori. Ma Silla non si fermò qui in quanto decise la confisca e la riassegnazione di vastissime proprietà terriere.

Dal punto di vista istituzionale Silla ebbe l’incarico di dittatore (81 -79 a.C.). Egli procedette al riassetto dello Stato che fu operato in senso favorevole all’egemonia del Senato al quale venne affidata la titolarità esclusiva del potere giudiziario. Inoltre, Silla distrusse il potere dei tribuni della plebe che per la loro carica diventarono ineleggibili ad ogni altra carica. Silla dopo appena un anno di sostanziale principato nel 79 si ritirò a vita privata e l’anno seguente morì. Controversa è l’interpretazione del suo gesto di rinuncia al potere dovuto secondo alcuni a concrete difficoltà politiche e ai primi segni dell’ascesa di Pompeo. Indipendentemente da tutte le supposizioni è comunque certo che nonostante tutto la situazione a Roma non era ancora matura per lo stabilirsi di un principato. Infatti, le vecchie istituzioni repubblicane riuscirono ancora con la propria vitalità a reagire a queste ipotesi e a mantenere un grado di conflittualità interna elevatissimo. Detto ciò, riteniamo concluso il nostro discorso sui principali eventi storici che si verificarono durante l’età di Mario e Silla, un periodo storico ricco come abbiamo visto di conflitti e guerre.

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