L’attività edilizia di Marco Aurelio Valerio Massenzio, nonostante il suo regno sia stato breve, fu intensissima ed interessò in particolar modo la capitale.
L’abside è collocata a ovest e in sua corrispondenza vi era una statua colossale di Costantino; sul lato nord vi fu aggiunta – sempre da Costantino – un’ulteriore abside che doveva fungere da nuovo ingresso guarnito da colonne in porfido. Gli ambienti interni, sia quello centrale che quelli laterali, erano ben illuminati grazie alla presenza di grandi finestre su due ordini (lati N-S) e da finestre poste in sommità in corrispondenza della congiuntura tra navate laterali e centrale (lati E-O). L’interno presenta ancora tracce di decorazioni marmoree, così come della stuccatura delle volte laterali. L’edificio sembra ispirarsi dal punto di vista spaziale direttamente alle aule dei frigidarium delle terme e, come tutti i grandi edifici di età imperiale media o tarda esprime compattezza e unitarietà. Le modifiche di Costantino attenuarono comunque la ricercata attenzione di Massenzio sul lato est (ingresso originario), che tendeva invece ad ispirarsi alle aule di ricevimento imperiale.
Il Palazzo e il Circo di Massenzio. Il centro di potere di Massenzio fu il suo palazzo sulla via Appia. Di questa struttura, che si rifaceva probabilmente alle grandi residenze imperiali dei tetrarchi, solo di recente sono state effettuati degli studi approfonditi: le aree principali disposte intorno al nucleo residenziale erano costituite da un complesso termale, da una basilica (conosciuta come “Tempio di Venere”) e da una grande piazza (121x107m). Il Circo, a differenza delle suddette aree, era unito al palazzo e si rifaceva sempre al modello palatino tetrarchico (già presente a Tessalonica, poi ripreso da Costantino nella futura Costantinopoli). Esso si presenta come un edificio sviluppato in lunghezza (512×81/85m) delimitato da sponde e da gradinate sorrette da volte che potevano essere raggiunte grazie ad un corridoio che si protraeva fino all’ingresso (porta triumphalis) e ai carceres sul lato orientale, dodici ingressi delimitati ai lati da erme, a loro volta dominati da due torri semicircolari (oppida). Sopra i carceres vi erano i seggi dei magistrati incaricati dello svolgimento dei giochi, mentre i giudici di gara stazionavano su un palco a loro dedicato sul lato sud, opposti alla tribuna imperiale. Al centro della pista vi è la spina, un lungo basamento di 333 metri costituito da blocchi rivestiti di marmo con terminazioni arrotondate (metae), con delle cavità superiori utilizzate per giochi d’acqua o con basamenti per statue (che dovevano essere abbastanza numerose): tra esse spiccava un obelisco di età domizianea che era stato fatto portare lì appositamente dall’Iseo Campense di Roma.
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