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La nascita di una colonia greca (apoikia) [2/2]

Colonie Greche - Zanichelli

Riprendendo il discorso sulla fondazione delle apoikia greche, nell’ultimo articolo ci siamo lasciati con la testimonianza di Erodoto sulla parte iniziale del responso oracolare dell’ Apollo Delfico e di come ci si iniziava a preparare per le esplorazioni geografiche in vista della fondazione della colonia greca. A seguire vedremo un pò quale sia la differenza tra Apoikia ed Emporion e proseguiremo il racconto di Erodoto.


Nel 1972 avviene una scoperta importante che permette di comprendere meglio la storia e la differenza tra Apoikiai ed Emporion: durante un sequestro di lavori abusivi nel sito di Gravisca, a pochi chilometri da Tarquinia e quasi in riva al mare, vengono fatti lavori per edificare nuove palazzine e durante i lavori di scavo vengono alla luce alcuni muri antichi. L’ispettore di zona, all’epoca, Mario Torelli, si accorse dei lavori e fece bloccare. Durante gli scavi archeologici vennero alla luce alcuni edifici con strutture complicate, anche architettoniche, con lastricati; strutture residenziali inserite all’interno di un complesso sacro dove però non c’è un tempio ma una serie di strutture come pozzi e stanze destinate al culto. La cosa importante tra i reperti rinvenuti, tra elementi etruschi e greci, dedicati a Venere e Bacco sul finire del VI Secolo a.C. e che venne alla luce una grossa ancora in pietra con l’iscrizione: “Sostrato di Egina, figlio di Leodamante, ha dedicato questa ad Apollo”.

Sostrato è lo stesso personaggio storico che viene citato da Erodoto anche nel racconto della fondazione di Cirene, il più ricco mercante greco della fine VI Secolo a.C. e che ha una sua concreta identità che ne definisce il ruolo di mercante che tocca luoghi molto lontani come quelli Etruschi. Gravisca è il nome antico di una colonia romana con funzione anti cartaginese e che prima rappresentava il porto di Tarquinia. Quasi certamente anche questo è un emporion, un luogo di commercio, dove la presenza dei greci non è stanziale ma è un luogo di transito e commercio sottoposto alla tutela delle divinità (Afrodite, Dioniso, Apollo), e questo porto si connota esso stesso come legato alla semplice prassi del commercio che ci distingue la frequentazione greca sulle coste d’Italia, della Spagna, del Mar Nero rispetto all’apoikia.

I Greci frequentano e possono anche risiedere in alcune località che non sono di loro fondazione ma che si configurano come punto d’incontro con altre popolazioni e questo introduce un tema più ampio ossia che, in alcune aree in cui i greci sono presenti, non fondano nessun tipo di insediamento stabile. I punti di limite tra apoikia ed emporion sono adombrati da un altro passo di Erodoto che riguarda un’altra località: la fondazione della città di origine Focea, sulle coste della Campania meridionale di Velia. La storia della fondazione di Velia è particolare perché riguarda il trasferimento di un’intera popolazione, in questo caso quella dei Focei, che vivono sulle coste dell’Asia Minore anche loro oggetto di pressione da parte dei Persiani, ma a differenza di quelle popolazioni che resistono o che entrano nell’Impero Persiano, i Focei decidono di scappare, partono e arrivano sull’isola di Chio, ma qui non vengono assistiti perché sono i più famosi commercianti del mediterraneo avendo già fondato una città di nome Marsiglia, la più lontana tra le colonie occidentali anch’essa con funzioni strettamente commerciali. Arrivano a Marsiglia, la loro colonia, ed essendo troppi non li vogliono e decidono di andare in un altro posto che era stato oggetto di una piccola costruzione sempre per il commercio che si chiama Alalia, sulla costa orientale della Corsica, dove si stanziano per un breve tempo. Quando la comunità comincia a svilupparsi una coalizione di navi puniche ed etrusche li attacca in una grande battaglia navale dove risultano vincitori i Focei ma sono coloro che subiscono anche il numero maggiore di perdite ed abbandonano anche la Corsica:

“Quelli (dei Focei) che si erano rifugiati a Reggio, muovendosi da lì acquistarono una città della terra Enotria che ora si chiama Yela (Velia). La popolarono dopo che un uomo di Poseidonia aveva interpretato il vaticinio spiegando loro che la Pizia, parlando di Cirno, aveva comandato di fondare un eroe (heroon), non l’isola.”.

 Hrdt., 1.167.12

Fondare l’eroe e non l’isola significa fondare un luogo in cui, sotto la protezione di un eroe, si poteva fare quello che facevano gli emporioi cioè commerciare ma non si poteva fare quello che invece facevano gli apoikoi cioè fondare una città strutturata perché erano tutti gli abitanti di Focea  in un luogo dove evidentemente non era consentito risiedere in maniera stabile. Il problema dei Focei che li porterà a essere sconfitti è che la Corsica si trova in un braccio di mare che fronteggia l’Etruria costiera, gli etruschi sono considerati dalle fonti come ottimi naviganti e pirati tra il VI e V Secolo a.C. la cui sfera di influenza va dalle coste della Toscana e del Lazio Settentrionale alla Sardegna, Corsica e alle coste della Spagna Orientale. Sono sfere di influenza molto rigide, sancite dai trattati romano cartaginesi. I Focei possono commerciare ad Alalia, ad Emporion, a Marsiglia ma non vicino alle coste degli Etruschi e quindi l’occupazione stabile della Corsica evidentemente andava contro quelle divisioni riconosciute dalle sfere di influenze. I Focei quindi si recano a Reggio, città di fondazione greca da un secolo e mezzo e incontrano l’uomo di Poseidonia che gli dice di stanziarsi a poca distanza da loro, senza dover conquistare il territorio con le armi ma comprandola dagli Enotri, la popolazione dell’Italia Meridionale. Mettendo insieme i vari pezzi, quindi, si nota che si ha un emporio in Egitto, sulle coste settentrionali a Naukratis, un altro sulle coste meridionali della Spagna a Tartesso, un emporio a Gravisca e tutto questo ci dice che il problema in una creazione di una colonia stabile greca fuori dalla Grecia può essere possibile solo laddove esistano strutture di carattere comunitario politico molto semplici e arretrate sul piano della possibile opposizione. L’Egitto, l’Etruria sono aree di regni e città molto fiorenti che impediscono alle comunità greche di stabilirsi in maniera stanziale nel tempo, si può stare solo un pò facendo quello che viene consentito da queste strutture molto forti e dimenticare ogni altro tentativo di controllare e vivere in quel territorio. Quindi la distinzione tra emporion ed apoikia è nella tipologia dello stanziamento, temporaneo l’emporion e definitivo l’apoikia e anche nella scelta del luogo stesso e i condizionamenti che i luoghi danno: l’emporion si trova in zone molto ricche ma evolute sul piano delle strutture economico e politico ma che permettono uno scambio di manufatti e oggetti preziosi mentre l’altra zona è utile al solo popolamento.

Ritornando alla figura dell’Emporos, cioè il grande commerciante che va nell’emporia a prendere le proprie merci per commerciarle, possiamo vedere cosa succede a Coleo di Samo, che fatti i suoi soldi:

“i Sami, prelevati sei talenti come decima del guadagno, fecero fare un vaso di bronzo a forma di cratere argolico (tutto intorno ci sono teste di grifi che sporgono) e lo dedicarono nel santuario di Hera, avendovi collocato sotto tre statue colossali alte sette cubiti (4,50 m), poggiate sulle ginocchia. Da allora si strinse la grande amicizia che lega ai Sami gli abitanti di Cirene”.

 Hrdt. 152,4

In questa scheda di Erodoto, molto precisa, sappiamo che un cratere argivo rinvenuto ad Olimpia e datato VII Secolo a.C. era esattamente uguale a quello descritto con le teste di grifo sporgenti e da Samo un ornamento in avorio che rimanda, nella forma, ai colossi di Coleo. Quindi è grazie a personaggi come Coleo, che questi grandi santuari si sono riempiti di ricchezze di statue ecc.… Erodoto quindi ci aiuta a capire questo mondo nelle sue complessità.

Nel frattempo, durante tutti questi avvenimenti, il povero Corobio è rimasto ancora solo sull’isola…

e i Terei, lasciato Corobio sull’isola giunsero a Tera, dove annunciarono di aver fondato una colonia su di un’isola della Libia (in questo passo quindi dicono di aver fondato la colonia lasciando Corobio, che non è neanche uno di loro, sull’isola di Platea. In sostanza vi è una rivendicazione di possesso e a loro basta che ci sia la possibilità di confermare il vaticinio della Pizia, aver individuato il luogo indicato e per loro tecnicamente la colonia è stata fondata e bisogna popolarla). I Terei decisero allora di estrarre a sorte un fratello su due da tutto il territorio (i distretti in cui questo era diviso erano sette) e diedero loro come comandante e re, Batto. Così mandarono due pentecontere a Platea.”

Hrdt. 153

Qui ci si aspetterebbe un’organizzazione che permetta di far partire una grande flotta, ma in realtà su tutta la popolazione dell’isola, viene estratto un fratello su due e ne mettono a capo Batto dopodiché partono due pentecontere, navi con albero, nocchiere, il castello di prua e i rematori, sono navi molto veloci da battaglia con cinquanta rematori. Per queste navi quindi servirebbe il doppio dei rematori per non farle fermare in mezzo al mare, ed essendo due sarebbero partiti tra le due/trecento persone in tutta l’isola, il che farebbe pensare ad un basso popolamento dell’isola il che ha fatto nascere molto discussione. Ma ad arrivare in soccorso è un’altra iscrizione che si chiama “Il cippo dei fondatori” del III Secolo a.C. in cui si ricordano le stesse cose di Erodoto (copia o no?), e dove c’è il punto in cui si doveva spiegare il criterio di questa estrazione a sorte, purtroppo il piccone dello scavatore moderno ha distrutto quella parte importante però ci sono parole, non presenti in Erodoto, che potrebbero essere indicative di un criterio facendo riferimento a maschi adulti senza figli quindi nella scelta di un fratello su due bisognava avere una famiglia in cui ci fossero almeno due fratelli maschi non spostati adulti e questo fa restringere il campo. Ma come fanno trecento persone a fondare un apoikia e come si fanno a riprodurre, essendo solo uomini giovani? Qui si innesta un’altra questione. Una soluzione può essere fornita dall’esempio della fondazione di Roma, con i due fratelli Romolo e Remo che aggregano persone, tutti maschi adulti provenienti da Alba Longa e comunità latine, e ad un certo punto si crea lo stesso problema essendo solo maschi, e la risposta è il ratto delle Sabine. Anche la lunga vicenda della storia di Cuma, fondata a scapito di chi ci abitava e quando verrà conquistata dai campani alla fine del V Secolo a.C., questi faranno esattamente lo stesso dei loro predecessori: uccideranno tutti i maschi adulti e si sposeranno le mogli. Roma viene fondata nel 754 a.C., Cuma nel 750 a.C. e siamo sullo stesso limite cronologico. Ma alcuni meccanismi che si trovano a Roma li conosciamo grazie alla sua tradizione letteraria, mentre di Cuma non si ha nulla, se non sulla fondazione Calcidese ed Eretriese.


Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e non vi abbia annoiato. Per sapere come sono proseguiti i fatti relativi alla fondazione di Cirene, rimando all’articolo dedicato: Storia dei miti di fondazione di Cirene

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