Mitologia

La figura di Eracle: le avventure secondarie

Siamo (quasi) giunti alla fine del ciclo dedicato alla figura di Eracle. In questo articolo vedremo quali furono le cosiddette Avventure secondarie che si staccano dalle canoniche Dodici Fatiche in quanto frutto degli eventi e non imposte dalla figura di Euristeo. Non mi dilungo e vi lascio una buona lettura.

Articoli precedenti: 1.La figura di Eracle: nome, origini, infanzia, 2.La figura di Eracle: le dodici fatiche, 3.La figura di Eracle: le spedizioni d’Eracle


IV. Le Avventure secondarie. Il carattere comune delle avventure poste in questa categoria è di non appartenere a cicli, come le precedenti, e anche di non essere state imposte all’eroe, come le dodici grandi Fatiche. Si presentano come altrettanti episodi pressoché indipendenti, che i poeti e i mitografi hanno introdotto, in maniera per lo più artificiosa, nel racconto di una delle «fatiche», o in quello di una spedizione guidata da Eracle.

Folo attinge del vino per Eracle, lekythos attico a figure nere, circa 500 a.C., Palermo, Museo Archeologico Regionale

1. Folo e i Centauri. Le avventure presso Folo si ricollegano generalmente alla caccia al cinghiali d’Erimanto. Durante tale caccia, Eracle si trovò ad attraversare la regione di Foloe, dove viveva un Centauro, chiamato Folo, eponimo del paese. Dioniso gli aveva regalato un orcio di vino sigillato, raccomandandogli caldamente di non toccarlo prima che Eracle giungesse a chiedergli ospitalità. Secondo un’altra versione, questo orcio di vino era di comune proprietà a tutti i Centauri, e non potevano bere da esso che tutti insieme. Comunque siano andata le cose, allorché Eracle si presentò presso Folo, questi l’accolse ospitalmente, gli offrì carni di ogni specie, che fece cuocere per il suo ospite, mentre lui stesso le mangiava crude (questo sta ad indicare la doppia natura del Centauro Folo, animale ed umana, il quale riesce a comprendere le necessità d’Eracle nel mangiare). Dopo aver mangiato, Eracle ebbe sete e chiese del vino. Folo si scusò, adducendo il fatto che non aveva il diritto di attingere da solo a questo orcio di vino. Eracle di disse di non temere niente ed entrambi si misero ben presto a bere. Ma l’odore del vino non tardò ad attirare i Centauri che accorsero, furiosi, armati di tizzoni, di massi e d’interi alberi che avevano sradicato sulla montagna. Si scatenò la lotta. I primi due Centauri che si slanciarono furono Anchio ed Agrio, i quali non tardarono a cadere sotto le frecce d’Eracle. Gli altri furono cacciati dall’eroe fino al capo Maleo. Qui, il Centauro Elato, ferito al gomito da una freccia, si rifugiò presso Chirone. La freccia ferì anche quest’ultimo.

La maggior parte dei Centauri trovò asilo a Eleusi. La loro madre, Nefele («la Nuvola») giunse in loro aiuto mandando una pioggia abbondante. Nella lotta, Eracle uccise dieci Centauri: Dafni, Argeio, Anfione, Ippozione, Oreio, Isople, Melanchete, Tereo, Dupone, Frisso e Omado, altre ad Anchio e ad Agrio, i quali avevano trovato la morte nel primo scontro. Anche Folo fu ucciso, ma in maniera accidentale. Mentre seppelliva i suoi congeneri, estrasse una freccia da una ferita, stupito che un oggetto così piccolo potesse causare tanto male. Maneggiando la freccia, la lasciò maldestramente cadere su un piede, e si ferì a morte. Ritornando a Foloe, Eracle si afflisse nel trovare morto il suo ospite, e gli tributò magnifici funerali.

2. Eurizione. Il combattimento contro il Centauro Eurizione è collegato generalmente alle avventure presso Augia. Bandito dall’Elide dal re, Eracle si rifugiò a Oleno, presso il re Dessameno. Oleno era una città dell’Acaia, ma esisteva una città omonima in Etolia, e la leggenda è situata ora in una di queste città, ora nell’altra.

Le versioni differisco, ma hanno tutte come tratto essenziale un tentativo di stupro del quale si rese colpevole il Centauro verso la figlia di Dessameno, chiamata, secondo gli autori, Ippolita o Mnesimache. Si raccontava per esempio che Dessameno aveva fidanzato la propria figlia all’Arcade Azano. Eurizione, invitato al banchetto nuziale, aveva tentato di rapire la giovane; ma Eracle sopraggiunse in tempo per impedirlo, e l’uccise. Poi restituì la giovane al fidanzato.

Un’altra versione racconta che lo stesso Eracle aveva sedotto la ragazza, andando presso Augia, promettendo di sposarla al suo ritorno. Durante la sua assenza, Eurizione aveva corteggiato la ragazza, e Dessameno, terrorizzato, non aveva osato rifiutargliela. Stavano per essere celebrate le nozze, allorché Eracle ritornò, uccise il Centauro e sposò la giovane. Quest’ultima porta, in questa versione, il nome di Deianira.

Alcesti e Admeto; affresco romano da Pompei, Casa del poeta tragico, regio VI,8,3 tablino 8, IV stile, 45-79 d.C.

3. La resurrezione d’Alcesti. Questa leggenda è legata al passaggio d’Eracle in Tessaglia nel momento in cui andava a cercare, per ordine d’Euristeo, il cavallo del trace Diomede. Questa è almeno la versione seguìta da Euripide, nella sua tragedia d’Alcesti. Ma Apollodoro fa di questo episodio uno di quelli che segnarono le avventure d’Eracle e d’Ifito. E’ d’altronde probabile che l’intervento d’Eracle in questo mito sia uno sviluppo tardivo. Nel tema primitivo è la stessa Persefone, la quale, commossa dall’abnegazione della giovane, la rimanda spontaneamente sulla terra, e non l’eroe che costringe Tanatos («la Morte») a restituirle la sua preda.

Combattimento fra Eracle e Cicno

4. Cicno. Il combattimento contro Cicno e suo padre, Ares, è ricollegato, da Apollodoro, al viaggio verso il paese delle Esperidi.

Ercole contro Busiride

5. Busiride. Le avventure d’Eracle col re d’Egitto Busiride sono sempre ricollegate alla ricerca dei pomi d’oro. Sulla crudeltà di questo re, figlio di Poseidone, che sacrificava gli stranieri sull’altare del proprio padre e che finì con l’essere ucciso dallo stesso Eracle.

Cratere a calice attico raffigurante la lotta tra Eracle ed il gigante Anteo (Parigi, Museo del Louvre)

6. Anteo. La leggenda d’Anteo ha stretti rapporti con quella di Busiride. Entrambe costituiscono un episodio del viaggio d’Eracle in Libia, alla ricerca dei pomi d’oro. Come Busiride, Anteo passava talvolta per essere figlio di Poseidone, e, sempre come lui, uccideva i viaggiatori per offrire le loro spoglie al proprio padre. Ma, inoltre, era figlio della Terra, e possedeva una forza considerevole: ciò che Busiride non aveva. Eracle lor uccise alla lotta utilizzando uno stratagemma: Anteo ogni volta che toccava terra, riacquistava la sua forza allorché Eracle lo prese in una possente stretta di braccia, sollevando il nemico, lo uccise. Si unì poi alla moglie della sua vittima, Ifinoe, e le diede un figlio, chiamato Palemone.

Un episodio inatteso è la vendetta che i Pigmei, i quali erano una stirpe di uomini molto piccoli, abitanti ai confini dell’Egitto e della Libia, cercarono di eseguire nei confronti di Eracle; poiché essi erano, come Anteo, figli della Terra, e piangevano la morte del loro fratello. Attaccando l’eroe durante il sonno, tentarono di ucciderlo. Eracle si svegliò, si mise a ridere, e, afferrando con una mano tutti i Pigmei, li rinchiuse nella sua pelle di leone e li portò ad Euristeo.

7. Emazione. Emazione era figlio d’Eos (l’Aurora) e di Titono, perciò fratello di Memnone. Regnava sugli Arabi, oppure sull’Etiopia. Eracle venne in urto con lui durante il viaggio verso il giardino delle Esperidi, mentre risaliva la vallata del Nilo. Emazione attaccò l’eroe, ma fu vinto e ucciso. Una tradizione sostiene che Emazione aveva voluto impedire ad Eracle di sottrarre i pomi d’oro. Ma, il più delle volte, questa avventura è posta sulla strada del ritorno, al momento in cui Eracle era sul punto d’imbarcarsi sulla «Coppa del Sole» per recarsi verso l’est, nella regione del Caucaso. Dopo averlo ucciso, Eracle affidò il regno a Memnone. Una tradizione totalmente aberrante fa di Emazione il padre di Romo, che sarebbe allora il fondatore di Roma.

la liberazione del Titano Prometeo da parte di Eracle. Opera di Christian Griepenkerl. 1878

8. La liberazione di Prometeo. Attraversando il Causaco, per recarsi nel paese delle Esperidi (o, più spesso, ritornando indietro) Eracle uccide con una freccia l’aquila che rodeva il fegato di Prometeo. Agì così d’accordo con Zeus, il quale desiderava che questa impresa accrescesse la gloria del figlio.

9. Il combattimento contro Licaone. Licaone era figlio d’Ares e di Pirene, e perciò fratello del trace Diomede e di Cicno. Regnava su un popolo della Macedonia, i Crestoni, che vivevano sulle rive dell’Echedoro. Questo paese si chiamava «Europa», dal nome di Europe, nonno di Pirene. Dato che Eracle, andando a cercare i pomi d’oro, attraversò un bosco sacro di Pirene, Licaone lo interpellò e l’attaccò. L’eroe lo uccise.

Métope du thesauros représentant Héraclès tuant Alcyonée au Museo archeologico nazionale de Paestum (Italie).

10. Il combattimento contro Alcioneo. Allorché Eracle ritornò da Erizia, riportando le mandrie di Gerione, fu attaccato dal gigante Alcioneo, che viveva sull’Istmo di Corinto. Alcioneo lo attaccò a colpi di pietra, ma l’eroe lo abbatté con la sua clava. Si mostravano sull’istmo le pietre enormi, testimoni di questa lotta.

Questa leggenda, la quale situa la lotta sul piano «umano» delle avventure d’Eracle, ha anche un altro combattimento, integrato nella Gigantomachia, dove Alcioneo è un mostro divino con cui Eracle la spunta con l’aiuto d’Atena. Questo episodio è posto dopo la spedizione contro Troia.

Eracle ed i Cercopi

11. La cattura dei Cercopi. Si dice che Eracle catturò i Cercopi, i due briganti che passavano il loro tempo a rapinare e ad ingannare i viandanti in mille modi, per Onfale, del quale era allora lo schiavo. Questo episodio, situato dapprima in Tessaglia, fu posto definitivamente in Asia Minore, allorché fu ricollegato al «ciclo d’Onfale». L’avventura dei Cercopi fornì i temi delle commedie buffe, come un buon numero d’altre imprese «popolari» d’Eracle.

12. Sileo. Come per la cattura dei Cercopi, proprio durante la schiavitù presso Onfale Eracle fu indotto a servire presso Sileo, il vignaiolo che costringeva i passanti a curare la sua vigna. Si tratta di un racconto folcloristico utilizzato da Euripide come tema d’un dramma satiresco in cui Eracle interviene con la sua solita ingordigia.

13. Litierse. Eracle fu indotto a combattere contro Litierse, il «mietitore maledetto» mentre serviva presso Onfale. La storia di Litierse è, come quello di Sileo e quello dei Cercopi, un tema folcloristico che servì come soggetto a un dramma satiresco (quello di Sositeo).

14. Leggende diverse. Esisteva un certo numero d’altri racconti nei quali interveniva Eracle. Per esempio, è menzionato fra gli Argonauti, benché la sua presenza fra di loro non sembri appartenere alla leggenda primitiva. Si raccontava infatti che la nave Argo, che era dotata della parola, si era rifiutata di permettere che l’eroe s’imbarcasse, temendo di non potere sopportare il suo peso. Le versioni che lo annoverano nel numero degli Argonauti s’accordano tutte nel fargli abbandonare la spedizione prima dell’arrivo in Colchide. All’epoca in cui la leggenda d’Eracle aveva a poco a poco assunto l’importanza preponderante che noi conosciamo, sembrava che l’eroe dovesse figurare in tutte le leggende principali, particolarmente quando si trattava di imprese meravigliose. Allorché il dato primitivo escludeva l’intervento d’Eracle, ci si sforzava di modificarla in modo da permetterle di farvi figurare l’eroe o almeno da spiegare che egli non vi aveva alcuna parte.

Si raccontava, per esempio, che Eracle aveva ucciso i due figli di Borea, per vendicarsi del fatto che essi avessero consigliato agli Argonauti di abbandonarlo sulla costa dell’Asia Minore. Questa tradizione, recente, è stata immaginata per unire due cicli indipendente all’origine, quello d’Eracle e quello dei miti tessali di Borea. Allo stesso modo, Eracle passava per aver seppellito Icaro, nell’isola di Doliche. Come ricompensa, Dedalo aveva scolpito una statua dell’eroe, ch’egli aveva conservato a Pisa d’Elide. Così si trovavano uniti due cicli, quello di Dedalo e quello d’Eracle.

(Fonte: Dizionario dei Miti Greci e Romani)


Spero che la lettura sia stata piacevole. Nel prossimo articolo dedicato ad Eracle parleremo degli ultimi anni, morte e apoteosi.

Simone Riemma

Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.

error: Content is protected !!