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La coppa di Nestore

Pitecusa, tomba 168 della necropoli di S. Montano: coppa di “Nestore” (ca. 730-720 a.C.)

Molto importante per la sua cronologia molto alta, siamo alla fine dell’VIII Secolo a.C., e poi famosa per il tipo di manufatto: è una coppa per bere (Kylix) e poi anche per il fatto che rappresenta una delle più antiche attestazione di scrittura greca. Il contenuto è molto difficile nella traduzione “La coppa di Nestore era certo ottima per bere, ma chiunque beva da questa coppa subito sarà preso dal desiderio della ben coronata Afrodite”, ed è una testimonianza della capacità compositiva di chi ha scritto ma anche dell’esistenza di una comunità in cui circolano, riferimenti ai poemi omerici: Nestore avrebbe dato una magica pozione agli eroi che combattevano a Troia per rinvigorirsi dopo i combattimenti con varie sostanze, in funzione del ritorno alla guerra. In questo caso la composizione gioca su questo aspetto perché non fa riferimento alla guerra ma all’amore. Sul piano antropologico la Coppa di Nestore è stata ritrovata nella tomba di un bambino, forse oggetto di preparazione al passaggio nella maggiore età. La cosa importante è la testimonianza di una circolazione culturale con i poemi omerici in un mondo di fine VIII Secolo a.C.

Pitecusa, frammento di cratere tardo-geometrico di produzione locale con firma dell’artigiano Linos

Un frammento di un cratere di epoca tardo geometrica la cui cosa importante è l’iscrizione “Linos”, ossia la prima firma di un vasaio. Segno che a Pithecusa ci sono sicuramente più officine ceramiche e questo Linos ha voluto firmare i suoi pezzi per farsi conoscere sicuramente e quindi possiamo affermare di trovarci in una società in cui gli artigiani hanno un ruolo importante.

Quando furono fatti i primi lavori archeologici a Pithecusa furono il ritrovamento di un gruppo di abitazioni del genere ellittico ed in una seconda fase inserita in un muro quadrangolare oppure quella di un portico aggiunto in un secondo momento con una parte interna quadrata e un elemento absidato che appartengono alla tipologia di case più antiche cosiddette geometriche e che sono isolate tra loro poiché di forma ellittica che non permette di aggiungere ulteriori ambienti. Una delle case, su cui gravitano le altre, è sicuramente la fucina di un fabbro che lavorava il metallo. Questa scoperta ha fatto collegare le famose “cruseia” alla lavorazione dei metalli effettuata nell’abitato e di conseguente smistamento dei prodotti finiti nel commercio.

Ischia: localizzazione dell’abitato di Pitecusa

Rimane anche il problema del passo di Strabone sull’eucarpia, sulla fertilità della terra però la parola significa anche la possibilità di sfruttare intensamente la terra e quindi vuol dire che certamente non era soltanto nell’indicazione di Strabone un elemento di fertilità, anche perché è l’unica volta che compare questo termine per tutta la Magna Grecia, e quindi si doveva caratterizzare fortemente l’isola di Ischia. Elemento non fortemente preso in considerazione dagli studiosi, perché le scoperta di S. Montano in località Mazzola, tendevano a sottolineare l’evoluta manifattura della lavorazione della materia prima che avveniva a Pithecusa. Negli anni ’90, a Lacco Ameno, per una condizione molto particolare della storia dell’isola, terremoti ecc., ha permesso il ritrovamento di una casa nelle sue fasi alto arcaica e VI Secolo a.C., quando venne distrutta da un terremoto; anche la fase di VI Secolo a.C., verrà distrutta e abbandonata ed è da collocarsi nella fase di abbandono totale dell’isola poiché non vi erano più le condizioni per sopravviverci. La cosa interessante dello scavo, è la ricostruzione della casa in scala 1:1 che doveva trovarsi al Museo Archeologico di Napoli ma di cui non si sa la fine fatta, con tutti i ritrovamenti al suo interno, perché chi ci doveva abitare effettuava il mestiere di pescatore per le reti, anfore, dolia, crateri, ecc., oggetti che di solito vengono rinvenuti solo in tombe ma che in questo caso non è così. Questo ci permette di dire che, persone normali, potevano vivere tranquillamente anche facendo altri lavoro che non erano la lavorazione della terra e che permette di capire e comprendere un po’di più sulla società di questo periodo.

Pitecusa, quartiere artigianale in località Mazzola
Pitecusa, loc. Punta Chiarito.
La casa arcaica durante la I e la II fase (ca. metà VIII-fine VIII; VI sec.a.C.)
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