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La città sommersa di Thonis-Heracleion

LA SCOPERTA E L’INABISSAMENTO

La scoperta della città sommersa di Thonis-Heracleion si deve al medico francese Franck Goddio e all’equipe dell’IEASM (Institut Europèen d’Archéologie Sous-Marine, ovvero l’Istituto Europeo per l’Archeologia Subacquea), avvenuta nel 2000 a 30 metri sotto il livello del mare ad Abukir, vicino ad Alessandria. Essa ha riportato a galla i tesori archeologici appartenuti non solo a Heracleion, ma anche a Canopo e al grande porto di Alessandria situate nel delta del fiume Nilo. A distanza di 13 anni dal ritrovamento è stato confermato il suo nome: si tratta della città di Heracleion, per i greci, conosciuta anche come Thonis dagli antichi egizi.

Ma come sono finite in fondo al mare tali rovine?
Per diverse cause, tra le quali abbiamo:

il progressivo affondamento della crosta terrestre e un’intensa attività sismica del Mediterraneo orientale, che si tradusse in terremoti e maremoti. Canopo ed Heracleion erano state città importantissime per non parlare del grande porto di Alessandria, dotato di infrastrutture all’avanguardia. Si ritiene che i tre territori si siano inabissati definitivamente attorno al 750 d.C. poiché i reperti recuperati sono databili entro tale data e non oltre.

TESTIMONIANZA LETTERARIE

Autori come Erodoto e Strabone ci parlano di questa immensa città nelle loro opere:

ἀκούσας δὲ ταῦτα ὁ Θῶνις συλλαμβάνει τὸν Ἀλέξανδρον καὶ τὰς νέας αὐτοῦ κατίσχει, μετὰ δὲ αὐτόν τε τοῦτον ἀνήγαγε ἐς Μέμφιν καὶ τὴν Ἑλένην τε καὶ τὰ χρήματα, πρὸς δὲ καὶ τοὺς ἱκέτας.
Hearing of the temple law, some of Alexandrus’ servants ran away from him, threw themselves on the mercy of the god, and brought an accusation against Alexandrus meaning to injure him, telling the whole story of Helen and the wrong done Menelaus. They laid this accusation before the priests and the warden of the Nile mouth, whose name was Thonis.

Erodoto (2,113)

Anciently, it is said, a city called Thonis stood there, which bears the name of the king, who entertained as his guests Menelaus and Helen. The poet thus speaks of the drugs which were given to Helen, “‘the potent drugs, which Polydamna, the wife of Thon, gave to Helen.’41” [17]

Strabone (17,1,16)

TESTIMONIANZE MATERIALI

Altre fonti da cui attingere per comprendere meglio la posizione della città sono le steli.

La prima è la cosiddetta “Stele di Naucratis” nella quale viene menzionata la città di Thonis-Heracleion. La stele è una copia della famosa “Stele di Nectanebo I“, faraone della XXX dinastia egizia e ora conservata al Museo Egizio del Cairo.

La seconda invece è la “Stele Tolemaica” voluta da Tolemeo VIII e posta dinanzi al tempio di Heracleion. La sua superficie era incisa sia in caratteri greci sia in geroglifici. Inoltre sempre di epoca tolemaica sono alcune monete d’oro rinvenute che raffigurano il sovrano.

CENTRO DI CULTO

La città di Thonis-Heracleion fu un’importante centro di culto e i ricercatori hanno scoperto una serie di importanti manufatti religiosi, tra cui una colossale statua in pietra di 16 piedi. L’ipotesi è che questo colosso ornasse il tempio centrale della città. Inoltre i ricercatori hanno ritrovato anche una statua in granito rosso di 5.4 metri raffigurante il dio Hapi, il dio dell’inondazione del Nilo.

il grande tempio

Nel cuore della città c’era un Grande Tempio del dio Amon-Gereb, la suprema divinità egizia del tempo. E’ una struttura lunga oltre 150 metri, trovata in un’ampia spianata vicino il canale centrale. La ricostruzione del naos ha permesso l’identificazione del culto alla divinità Amon. Inoltre era il luogo dove venivano consacrati i poteri divini del faraone, il che rendeva la città anche un centro politicamente importante. Racchiusi da un muro, i tanti edifici del tempio erano disposti lungo un ampio viale, fiancheggiato da sfingi, alcune delle quali sono state ritrovate. Il viale portava all’entrata del tempio, fiancheggiato da statue colossali. Il naos si trovava nel cuore del tempio. Poiché si trattava di un luogo sacro, solo chi celebrava i rituali aveva diritto ad entrarvi, mentre i laici dovevano restare sui sagrati antistanti.

Santuario di Khonsu-Thoth

Il santuario sembra essere stato saccheggiato nell’antichità , ma in loco sono stati ritrovati alcuni sarcofagi in calcare. Le loro dimensioni suggeriscono che essi possono avere contenuto animali dalla dimensione degli uccelli ibis. I sarcofagi erano svuotato e i loro coperchi sono stati trovati sparsi lungo il pendio dell’isolotto . Forse questa è stata la posizione di un cimitero ibis collegato al dio Khonsu-Thoth che è stato già venerato nel VI secolo a.C.

Altri luoghi di culto

La città possedeva molti altri templi, compreso il famoso Serapeo dedicato a Serapide, uno dei più imponenti nel mondo ellenistico. I sovrani avevano i propri luoghi di culto, tra cui l’Arsinoeion, dedicato ad Arsinoe II, e il Caesareion, costruito da Cleopatra in onore di Cesare. Inoltre in un santuario a nord-est probabilmente vi era attestato il culto al dio Osiride, dato che in loco sono state ritrovate statuette di bronzo raffiguranti il dio.

LA RELIGIONE: I MISTERI DI OSIRIDE

Thonis-Heracleion era un luogo dove si celebravano i Misteri di Osiride che si svolgevano nel mese di Dicembre, detto mese di Khoiak.

L’intera vicenda sintetizza dunque tutto il processo di nascita, vita e morte. Il colore sacro ad Osiride è il verde.

ETA’ ELLENISTICA

Al mondo ellenistico risale la scoperta della Phiale in oro, un piatto poco profondo utilizzato per il rituale delle libagioni durante i sacrifici. Venivano utilizzate anche come doni diplomatici.

IL PORTO

Thonis-Heracleion era la porta verso l’Egitto, il porto obbligatorio di ingresso e dogana durante il Periodo Tardo egiziano (664 a.C. fino al 332 a.C.). E’ stato un nodo fondamentale nella rete commerciale del Mediterraneo orientale attraverso il quale le merci venivano trasportate dentro e fuori dall’Egitto. Il reperto, recuperato al largo di Alessandria, dimostra che esisteva Heracleion, porto principale dell’Egitto, inghiottito dal mare, per un terremoto o un’alluvione, 1.200 anni fa. Gli scavi hanno consentito di situare con precisione Heracleion, identificata grazie ai resti del suo tempio. Inoltre, la scoperta della stele di Nectanebo I ha dimostrato che Heracleion e Thonis, la città che Diodoro Siculo definì come il porto d’accesso obbligatorio per entrare in Egitto, erano in effetti la stessa città. Heracleion si trovava nell’area delle dune a est di Canopo, accanto allo sbocco del ramo occidentale del Nilo, ed era collegata al fiume da passaggi tra le dune.

RELITTO 17

E’ uno degli oltre 60 relitti presenti sul sito Thonis-Heracleion. Risale alla fine del VI e l’inizio del V secolo a.C.  Lunga 26 metri e larga tra i 19-53 cm è realizzata in quercia. Presenta differenze per l’assemblaggio del fasciame di relitti rispetto ad altre parti del Mediterraneo, probabilmente perché dovevano navigare in ambienti marittimi, fluviali e lacustri.

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