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La città di Pompei (pt. 1): Origini e Età Arcaica

La città si sviluppa in una quadro geografico favorevole sia per la vicinanza al mare, sia per il passaggio del fiume Sarno, a cui è associato un culto femminile (Venus Fisica di età romana). L’area del Sarno già dal IX secolo a.C. è interessata da contatti tra la cultura etrusca-villanoviana dell’entroterra campano (Capua e Pontecagnano) e greca della costa (Cuma e Pitecusa, fondate nell’VIII sec.): la vallata diventa così luogo di scambio tra beni alimentari (lì prodotti) e beni artigianali d’importazione. Solo nel VII secolo si ha il processo di sinecismo, che fa diminuire il numero di villaggi ma allo stesso tempo contribuisce all’affermarsi di un saldo apparato proto-urbano che sarà alla base dei futuri nuclei cittadini. Come già avveniva nelle città greche, si iniziano a definire all’interno del contesto urbano le varie aree funzionali pubbliche (sfera politica, religiosa, economico-commerciale) e private (residenziali). Anche la fondazione di Pompei è attribuita a questo periodo: la città sorge su un antico promontorio di origine vulcanica la cui altezza varia tra i 30 e i 40 metri, separato dalla foce del fiume da un piccolo tratto sabbioso, causa dell’avanzamento della linea di costa.

Sull’etimologia del nome non vi è alcunché di certo. I Greci la facevano risalire ad Eracle, che avrebbe ricevuto una processione trionfale (“pompa”) in occasione del suo passaggio nella zona. Eccettuando le varie fonti relative alla storia più antica per lo più basate su miti e leggende, è in campo archeologico e stratigrafico che è possibile determinare le prime fasi di vita di Pompei. La superficie della città è pressappoco quella della successiva città sannita e romana, ed è delimitata da imponenti mura. Di questo periodo sono i due templi più antichi, che fondono elementi greco-etruschi, ovvero il Tempio di Apollo e il Tempio di Atena e Ercole: il primo fa da centro di aggregazione cittadino, mentre il secondo è costruito in funzione dei naviganti che raggiungevano la città.

La situazione di tranquillità dei secoli VII-VI venne messa a repentaglio nel V secolo a.C., una sorta di “cesura” segnata dall’arrivo sulla scena politica italiana di nuovi gruppi etnici che si sostituiscono ai precedenti. Queste popolazioni sono meglio conosciute come Campani, Sanniti e Lucani, e nel giro di due decenni riescono ad occupare stabilmente le principali città, ad eccezione di Neapolis dove si avrà una società mista.

Le prime fonti che ci parlano direttamente di Pompei sono romane, e partono dal 310 a.C., durante la Seconda Guerra Sannitica, durante la quale l’Agro Nocerino-Sarnese fu saccheggiato dalla flotta dei socii navales romani. Pompei non fu toccata almeno inizialmente dai saccheggi, e ci viene tramandato che a sua difesa vi era un esercito formato da agrestes, il che lascia intendere, o quantomeno presupporre, la presenza di una ricca aristocrazia terriera che aveva vincoli di servitus.

 

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