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Flavio Valerio Severo (Severo II) e la Tetrarchia tra il 305 e il 307 d.C.

Nelle fasi finali della Seconda Tetrarchia il sistema amministrativo ideato da Diocleziano inizia a dare i primi segni di cedimento. I problemi giunsero da Occidente con la morte di Costanzo Cloro (augusto): le truppe di Eboracum proclamarono imperatore il figlio di Costanzo, Costantino. Il pronto intervento dell’augusto d’Oriente Galerio scongiurò, per il momento, un conflitto tra tetrarchi, e propose (con successo) la promozione ad augusto dell’allora cesare Flavio Severo (306), con Costantino che lo rimpiazzava come cesare.

Flavio Valerio Severo (Flavio e Valerio sono nomi adottivi, ndr), proveniente da una famiglia illirica di umili origini, si ritrova così imperatore della parte occidentale, governando direttamente su Italia, Illirico e Africa (le Gallie erano amministrate da Costantino), anche se il suo successo lo doveva in fondo allo stesso augusto della parte orientale, Galerio, che lo aveva inserito nel meccanismo tetrarchico.

«Severus Caesar ignobilis et moribus et natalibus, ebriosus et hoc Galerio amicus. Hunc ergo et Maximinum Caesares Galerius fecit, Constantino nihil tale noscente. Huic Severo Pannoniae et Italiae urbes et Africae contigerunt.» [Annales Valesiani]

Il suo impero fu però brevissimo, in quanto fece la sua comparsa sulla scena politica romana Massenzio, figlio di Massimiano (il collega di Diocleziano), che si fece proclamare imperatore dalle truppe di stanza a Roma: si tornava quindi a stabilire, grazie anche agli eserciti, una linea di successione dinastica. Massenzio non fu mai riconosciuto da Galerio tantomeno da Severo: quest’ultimo fu inviato dallo stesso Galerio in Italia (da Milano) per destituire l’usurpatore, ma ancora una volte furono gli eserciti a decidere le sorti dell’Impero e dei suoi pretendenti ancora prima di un’eventuale battaglia. Molti dei soldati di Severo, infatti, avevano combattuto negli anni precedenti per Massimiano, e si sarebbero quindi trovati ad affrontare il figlio di questi: già contrariati ad affrontare Massenzio, i legionari furono “ingaggiati” da questi che così privò Severo del suo principale (e unico) mezzo per potersi affermare.

«Postquam vero Constantius in Britannia mortuus est et Constantinus filius successit, subito in urbe Roma praetoriani milites Maxentium, filium Herculi, imperatorem crearunt. Sed adversum Maxentium iussu Galeri Severus duxit exercitum. Qui repente ab omnibus suis desertus est et Ravennam fugit.» [Annales Valesiani]

Ancora più sorprendente e imprevista per Severo fu la ricomparsa di Massimiano, che pochi anni prima aveva abdicato con Diocleziano, che prese le parti del figlio Massenzio ed assediò a Ravenna Severo, che si arrese a condizioni vantaggiose, rimanendo formalmente (per il momento) augusto, fu confinato e tenuto in ostaggio da Massimiano e Massenzio in una villa a Tres Tabernae (a sud di Roma).

«Quo casu Maxentius factus est imperator; nam desertus Severus a suis fugit Ravennam. Pro Maxentio filio evocatus illuc venit Herculius, qui per peiurium Severum deceptum custodiae tradidit et captivi habitu in Urbem perduxit et in villa publica Appiae viae tricensimo miliario custodiri fecit.» [Annales Valesiani]

Galerio tentò nuovamente di scendere in Italia per riportare ordine nel meccanismo tetrarchico, ma non riuscì a conquistare Roma e dovette far ritorno nei suoi territori. Proprio in questa occasione, temendo che l’ostaggio potesse costituire una minaccia, Massimiano fa giustiziare Severo (307). Il corpo di Severo verrà sepolto nella tomba di Gallieno sulla via Appia.

«Postea cum Galerius Italiam peteret, ille iugulatus est et deinde relatus ad octavum miliarium conditusque in Gallieni monumento.» [Annales Valesiani]

«Severus Caesar ab Herculio Maximiano Romae ad Tres Tabernas exstinguitur, funusque eius Gallieni sepulcro infertur, quod ex urbe abest per Appiam milibus novem.» [Aurelio Vittore, Epitome de Caesaribus]

L’assassinio di Severo, storicamente parlando, mette fine alle ingerenze del primus Augustus Galerio in Occidente, dove si affronteranno poco dopo Costantino e Massenzio. Tutti i principali soggetti (recenti e presenti), non più su un piano di sostanziale parità, si ritroveranno a Carnuntum (308) per definire la situazione politica dell’Impero, ma il nuovo assetto (Quarta Tetrarchia, ma anche quelle successive ad essa) di “equilibrio” sarà tetrarchico solo di nome, e la guerra civile continuerà quasi ininterrottamente tra le parti fino a quando Costantino sarà l’unico imperatore.

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