Età Imperiale

Età Giulio Claudia

L’età Giulio-Claudia rappresentò il primo periodo imperiale nella storia dell’impero Romano ma anche uno dei suoi più fiorenti ed il professore Giovanni Pellegrino, in questo suo articolo, vuole illustrarci i suoi momenti principali.

Augusto morì nel 14 d.C. senza eredi maschi diretti. Aveva tuttavia adottato Tiberio Claudio Nerone figlio della seconda moglie Livia Drusilla, la cui successione al trono imperiale venne confermato dal Senato. Ebbe così inizio la dinastia Giulio-Claudia dalla fusione dalla gens Iulia di Augusto e la gens Claudia del nuovo imperatore. Quando nel 14 d.C. Augusto morì salì al trono quindi Tiberio che aveva allora 56 anni.

Province senatorie (in rosa) ed imperiali (in rosso) nel 14, sotto Augusto, oltre ai regni “clienti” (in giallino), come ad esempio del regno orientale di Cappadocia, o a quello di Mauretania, fino a quelli lungo i confini europei di Tracia e Norico settentrionale, o addirittura d’oltre Danubio, di Maroboduo (Quadi e Marcomanni).

Tiberio, imperatore dal 14 d.C. al 37 d.C., apparteneva per nascita a un’antica famiglia dell’aristocrazia senatoria più conservatrice. Proprio il rispetto per la tradizione repubblicana gli consentì di seguire almeno nella prima parte del suo principato una linea politica moderata e di ottenere l’appoggio dei senatori garantendo loro la sicurezza dei beni. Anche come amministratore delle finanze il nuovo imperatore si rivelò determinato e accorto. Tiberio mise in atto una politica di rigoroso risparmio adottando misure austere ma impopolari. Benché Tiberio avesse un figlio naturale Druso minore le simpatie dell’esercito andavano a Germanico suo nipote e figlio adottivo. Quando nel 19 d.C. Germanico morì improvvisamente e in circostanze non chiare molti attribuirono la responsabilità della sua morte a Tiberio. Da allora egli si fece sempre più diffidente e sospettoso cosicchè i processi per lesa maestà contro gli avversari politici divennero frequenti. L’imperatore fu preso da un timore sempre più ossessivo delle congiure cosicchè Tiberio si ritirò a Capri nel 27 d.C.

Tiberio aveva un erede diretto il nipote figlio di Druso minore. Tuttavia l’affetto ancora vivo per la memoria di Germanico orientava l’attesa di Senato popolo pretoriani e legionari verso Gaio Cesare figlio minore di Germanico soprannominato Caligola per un particolare tipo di calzature militari che portava fin da ragazzo. Coerentemente con il proprio rispetto del Senato Tiberio si astenne dal designare il successore e lasciò la nomina al giudizio del Senato. Quando nel 37 d.C. Tiberio morì il Senato confermò la nomina di Caligola a nuovo imperatore.

Egli si distaccò sia dalla politica di Augusto degli equilibri tra i ceti sia da quella filosenatoria seguita da Tiberio. Caligola cercò di instaurare una monarchia assoluta di tipo orientale pretendendo un culto divino per se e per i suoi familiari. Le fonti storiche di orientamento filosenatorio misero in evidenza il suo comportamento perverso e stravagante presentandolo come l’effetto della pazzia. Caligola sperperò notevoli somme di denaro in donazioni al popolo e ai pretoriani nonché in opere di abbellimento edilizio e introdusse a Roma culti orientali. Inoltre fece uccidere parenti e amici confiscando i patrimoni dei condannati. Si creò così un clima di terrore che alimentò una serie di congiure contro l’imperatore. Dopo solo i 4 anni di principato Caligola fu assassinato da un complotto di pretoriani che senza attendere le decisioni del Senato acclamarono imperatore Tiberio Claudio Nerone fratello di Germanico.

Claudio cinquantunenne era rimasto fino ad allora al difuori degli intrighi di successione essendo di indole schiva e dedito agli studi. Il suo principato durato dal 41 d.C. al 54 d.C. ebbe come obiettivo l’equilibrio tra le diverse forze sociali nel rispetto della tradizione. Il principato di Claudio fu uno dei migliori della prima età imperiale per la lucidità della politica di governo e per l’accortezza della amministrazione economica. L’impero romano fu ampliato con l’annessione della Mauritania della Tracia della Licia e della Britannia meridionale e consolidato con la sistemazione della Palestina annessa alla Siria. Claudio si preoccupò del buon governo delle province e favorirà la romanizzazione concedendo la cittadinanza ai provinciali soprattutto nell’oriente greco. Inoltre Claudio aprì agli stranieri le porte della vita politica romana. Nell’amministrazione dello stato egli rese più efficiente l’apparato burocratico con l’assegnazione dei più importanti incarichi amministrativi finanziari e giudiziari prevalentemente ai liberti della casa imperiale che erano spesso di origine greca. Essi divennero presto ricchissimi e più influenti di molti senatori. Questi provvedimenti suscitarono il mal contento sia dell’aristocrazia sia del ceto equestre ma furono gli intrighi di corte a segnare il destino di Claudio. La quarta moglie Agrippina lo indusse ad adottare Nerone e dargli in moglie la figlia Ottavia. Nel 54 d.C. l’imperatore morì improvvisamente forse avvelenato da Agrippina, accordatasi con il prefetto del pretorio Afranio Burro.

Regni “clienti” alla morte di Tiberio (nel 37), dove al di fuori dei confini imperiali (in rosso), sono indicati quelli “vassalli” di Roma (in giallino). Si trattava ad esempio del regno di Mauretania, di Tracia e Norico, d’oltre Danubio di Maroboduo (Quadi e Marcomanni).

Volendo sintetizzare al massimo le caratteristiche del principato di Nerone dobbiamo dire che dopo cinque anni di governo moderato il principato di Nerone assunse un’atteggiamento di scontro aperto con il Senato in un clima di terrore che finì con una ribellione avvenuta nel 68 d.C. che obbligò Nerone ad uccidersi. Divenuto imperatore a solo 17 anni nel primo periodo del suo impero Nerone governò sotto la guida della madre Agrippina del prefetto del pretorio Afranio Burro e del filosofo Seneca seguendo una politica moderata pur con spiccate connotazioni assolutistiche. In seguito il governo di Nerone cambiò orientamento assumendo sempre più le caratteristiche di un’ assolutismo dispotico. Dopo aver fatto assassinare fratellastro Britannico l’imperatore eliminò progressivamente tutti quelli che fino a quel momento l’avevano condizionato. Nel 59 d.C. fece uccidere la madre, Burro morì in circostanze non chiare e fu sostituito da Tigellino ostile a Seneca che nel 62 d.C. fu allontanato dalla corte. Il ritratto di tiranno megalomane sanguinario dedito a sfrenatezze di ogni sorta che di Nerone ci forniscono le fonti storiche filosenatorie riflettendo l’aperto contrasto tra il Senato e l’imperatore. Nerone volle governare come un re assoluto puntando alla popolarità allo sfarzo al culto della propria personalità fino ad assumere attributi divini. Tuttavia grazie a validi collaboratori sotto l’impero di Nerone furono promosse alcune iniziative importanti sia in politica estera sia in ambito economico. Molto importante la riforma monetaria in cui venne alleggerito il peso delle monete d’oro e d’argento in modo da cambiare il rapporto tra esse a vantaggio delle seconde il ché favorì i piccoli risparmiatori e procurò un beneficio anche alle casse dello stato. Sul piano militare in occidente venne sedata una rivolta dei britanni mentre in oriente si consolidò il fronte partico con la creazione di un regno vassallo in Armenia mentre in Palestina fu repressa la ribellione degli ebrei. Nel 64 d.C. scoppiò a Roma un violento incendio che devastò gran parte della città. Nerone fu sospettato di aver fatto appiccare il fuoco per costruire una nuova elegantissima residenza. Per scagionarsi da tali sospetti l’imperatore fu costretto a trovare dei colpevoli. Ne seguì la prima persecuzione contro i Cristiani condannati a crudeli supplizi. Nello stesso anno l’opposizione si organizzò per destituire l’imperatore tiranno e mettere al suo posto Calpurnio Pisone esponente di un’antica e illustre famiglia dell’aristocrazia senatoria. Alla cosiddetta congiura di Pisone presero parte dei senatori cavalieri pretoriani e anche uomini di lettere ma il complotto fu sventato. Molti congiurati furono giustiziati o costretti ad uccidersi sia che fossero effettivamente coinvolti sia che fossero soltanto sospettati come Pretonio e Seneca. Le condanne di tanti nobili ebbero come risvolto economico le confische dei loro beni che consentirono di aumentare il patrimonio imperiale. Le spietate repressioni crearono un insostenibile clima di terrore. La ribellione a regime di Nerone partì dalle province.

Nel 68 d.C. in Gallia insorse il pretore Giulio Vindice che tuttavia fu presto sconfitto. Subito dopo in Spagna insorse Sulpicio Galba acclamato imperatore dall’esercito. Il Senato affidò l’impero a Galba dopo aver destituito Nerone dichiarato nemico pubblico. Quando anche i pretoriani l’abbandonarono Nerone si vide perduto cosicchè mentre tentava di sfuggire da Roma si uccise con l’aiuto di un fedele schiavo pe non cadere nelle mani dei suoi nemici.

Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sull’età Giulio Claudia.

Simone Riemma

Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.

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