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Alessandro Magno, breve storia delle sue imprese

A cura del prof Giovanni Pellegrino

In questo articolo prenderemo in considerazione le imprese compiute da Alessandro Magno a partire dalla sua salita al trono di Macedonia.

Morto Filippo nel 336 vittima di un omicidio ispirato da una congiura di palazzo il trono macedone passò nelle mani del ventenne figlio Alessandro. Il primo atto politico compiuto da Alessandro fu quello di riunire a Corinto i rappresentanti della Lega ellenica e farsi riconoscere i titoli che erano stati attribuiti al padre. Subito dopo però alcune città greche, sobillate soprattutto da Demostene e spinto dalla falsa notizia della morte del re dichiararono decaduta la Lega ellenica e si ribellarono all’egemonia macedone.

Quando accadde ciò Alessandro era tornato in Macedonia per intervenire contro alcune popolazioni barbare che minacciavano i confini settentrionali del regno. I Tebani arrivarono al punto di uccidere i soldati di una guarnigione militare macedone di stanza in Beozia.

Immediatamente Alessandro scese da nord con l’esercito occupando di sorpresa la Beozia e assediando Tebe che nel 335 venne presa e rasa al suolo. La feroce sorte riservata da Alessandro a Tebe servì come monitor per gli altri greci a evitare qualunque altro gesto di ribellione.

Dopo tale successo Alessandro si poté dedicare alla preparazione di quello che fin da giovane aveva considerato il suo progetto principale: la conquista da parte dei greci, sotto il comando macedone dell’ impero persiano.

Nel 334 Alessandro lasciò ad Antipatro la reggenza della Macedonia e il comando sulla Grecia e varcò l’Ellesponto presentandosi in Asia Minore al comando di un esercito di 40.000 uomini, e con l’appoggio di una flotta di 160 navi.
I satrapi persiani della Lidia, Frigia e Cappadocia riunirono le loro forze e affrontarono Alessandro presso il fiume Granico subendo una grave sconfitta. Dopo la battaglia del Granico il re persiano Dario tentò di bloccare a Isso la marcia di Alessandro verso il sud.

La battaglia di Isso del 333 a.C. si concluse con una grave sconfitta per i persiani e pertanto Dario dovette lasciare nelle mani di Alessandro la zona costiera del suo impero. Pertanto, Alessandro si diresse verso l’ Egitto che conquistò nel 332 senza dover combattere. La più importante iniziativa di Alessandro in Egitto fu quella di fondare Alessandria. Nei progetti di Alessandro la città doveva diventare il più importante scalo commerciale del mediterraneo in modo da favorire lo sfruttamento delle ricche risorse naturali dell’Egitto a cominciare dalla sua abbondante produzione di grano.

Oltre la fondazione di Alessandria, Alessandro compi un altro gesto carico di significato simbolico, gesto che caratterizzò il soggiorno di Alessandro in Egitto. Egli attraversò il deserto egiziano per recarsi presso l’oasi di Siwah sede di un importante culto oracolare del Dio egiziano Ammone. Alessandro si recò a Siwah per ricevere auspici circa la nuova fondazione di Alessandria.
A Siwah Alessandro si fece anche proclamare figlio di Zeus-Ammone.

Nel 331 a.C. Alessandro ripartì dall’Egitto verso la Mesopotamia nel cuore dell’impero persiano. Nel frattempo, in Grecia scoppiò una rivolta antimacedone sostenuta economicamente dalla Persia che voleva indurre Alessandro a lasciare l’Asia per fronteggiare la ribellione in patria. Ma Alessandro decise di proseguire nella sua avanzata in Asia lasciando ad Antipatro il compito di sedare subito la rivolta greca guidata dagli spartani. Antipatro vinse i greci ribelli a Megalopoli.

A sua volta Alessandro nel 331 a. C. affrontò e vinse l’esercito di Dario a Gaugamela presso il fiume Tigri. Dario sopravvisse alla battaglia e fuggì lasciando così in mano di Alessandro Susa e Babilonia le più importanti città dell’impero persiano. Nel 330 a.C. Alessandro si rivolse alla conquista di Persepoli città che era la residenza di Dario . Tale città venne conquistata, saccheggiata e data alle fiamme per distruggere il simbolo urbanistico del potere achemenide.

Subito dopo la distruzione di Persepoli Alessandro si lanciò all’inseguimento di Dario tuttavia la fuga di Dario non durò a lungo. Egli nel 330 prima venne deposto dai suoi dignitari e poi venne fatto uccidere da uno di essi che si autoproclamò nuovo re. Nel frattempo, scoppiò una congiura contro Alessandro organizzata da alcuni ufficiali che non condividevano la sua scelta di farsi venerare come il re persiano. Tale congiura venne repressa e costò la vita, anche se non vi era coinvolto, al più valoroso tra i generali macedoni, Parmenione.

Tuttavia, anche se Alessandro voleva farsi riconoscere non più solo come re dei macedoni ma anche dei persiani crescevano anche le tensioni interne tra gli alti ufficiali macedoni non contenti di un simile comportamento di Alessandro. Quando nel 327 a.C. Alessandro decise di introdurre il rituale dell’inchino in suo cospetto estendendone l’obbligo anche ai nobili macedoni si verificò la cosiddetta congiura dei “paggi” ossia dei nobili macedoni ancora adolescenti che erano al diretto servizio del re. Anche questa congiura venne scoperta e repressa non senza spargimento di sangue.

Dopo essere giunto agli estremi confini del vecchio impero persiano, Alessandro decise di organizzare una spedizione in India. Tale spedizione aveva lo scopo di assoggettare le popolazioni che abitavano nella zona immediatamente a oriente dell’Indo alfine di far sì che tale fiume divenisse l’estremo confine dell’impero.

Alessandro attraversò l’Indo nel 326 ,sottomise progressivamente le popolazioni comprese tra questo fiume e l’Ifasi. Giunto a questo punto Alessandro cominciò a organizzare la marcia di ritorno. Alessandro divise in tre parti il suo esercito. Scopo di questa operazione era quello di esercitare un controllo sull’immenso territorio conquistato.

Tuttavia, tale operazione ebbe esiti negativi in quanto la parte dell’esercito guidata da Alessandro perse l’orientamento e si smarrì nel deserto della Gedrosia da cui uscì decimata. Al contrario la flotta macedone guidata da Nearco navigò fino a raggiungere il golfo persico. Tra il 325/324 Alessandro tentò di portare a compimento la sua politica di integrazione tra macedoni e persiani già iniziata da anni. A tale scopo favorì i matrimoni misti tra i soldati macedoni e le donne persiane incentivando così la fusione razziale.

Inoltre, cominciò a licenziare gran parte dei suoi veterani sostituendoli con giovani guerrieri persiani, addestrati alle tecniche di combattimento macedoni. Tuttavia, il processo di rinnovamento dei quadri dell’esercito causò una rivolta dei macedoni, rivolta che si concluse con una riappacificazione tra il re e gli ufficiali macedoni.

Nel giugno del 323 mentre stava preparando una spedizione in Arabia Alessandro morì stroncato da forti crisi di febbre anche se le fonti antiche parlarono di una morte per avvelenamento dovuta a un complotto politico.

Diodoro Siculo sostenne che immediatamente dopo la sua morte vennero resi pubblici alcuni documenti che parlavano di un piano di Alessandro finalizzato ad un attacco navale contro Cartagine.

Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che la morte prematura di Alessandro gli impedì di cercare di conquistare anche altri territori nel mondo occidentale.

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