«Per Ottavia, invece il giorno delle nozze aveva tenuto luogo di funerale, era stata condotta in una casa dove nulla avrebbe avuto se non lutti,: le erano stati strappati per veleno il padre e il fratello; aveva visto una schiava più potente di lei e Poppea per null’altro divenuta moglie di Nerone se non per portarle rovina; alla fine, aveva visto contro di sé levarsi l’accusa più infame, più terribile di qualunque morte.» [Tacito, Annales, XIV, 63]
3/9) 62 d.C.: Pandataria (Ventotene, isole Ponziane) – Muore Claudia Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio e prima moglie di Nerone. Pochi giorni prima era stata ripudiata da Nerone con la falsa accusa di adulterio e sterilità e condannata all’esilio, quindi condannata a morte (su istigazione di Poppea). Ottavia viene incatenata e le vengono aperte le vene ma poiché per la paura il sangue usciva troppo lentamente, viene immersa in un bagno caldo. Le viene mozzata la testa che viene portata a Roma per essere mostrata a Poppea, da pochi giorni nuova moglie dell’imperatore.
4/9) 68 d.C.: Roma – In seguito ai disordini causati dalle ribellioni militari in Africa (Clodio Macrone) e Hispania (Sulpicio Galba) e della Guardia Pretoriana verso il potere imperiale, il Senato romano depone l’imperatore Nerone e lo dichiara nemico pubblico.
5/9) 218 d.C.: Immæ, nei pressi di Antiochia – Nell’omonima battaglia (Battaglia di Antiochia) si affrontano l’imperatore Macrino e il pretendente al trono Marco Aurelio Antonino Augusto (Eliogabalo), cugino di Caracalla. Quest’ultimo era sostenuto dalla madre e la zia di Caracalla, Giulia Domna e Giulia Mesa (che lo presentarono come figlio di Caracalla); e aveva l’appoggio di due legioni, la III Gallica che lo aveva acclamato imperatore ad Emesa, e la II Parthica, che aveva disertato da Macrino sempre ad Emesa. L’esito della battaglia, che dava esito incerto (anche per merito del generale dei ribelli, tutore di Eliogabalo e prefetto del pretorio Gannys), viene segnato proprio dalla fuga di questo, che lascia i suoi soldati allo sbando causandone la resa e la diserzione verso il suo rivale.
Eliogabalo rimane così imperatore unico; mentre Macrino invia suo figlio Diadumeniano, nominato Augusto lo stesso anno, con un ambasciatore dal re dei Parti Artabano V. Macrino, diretto a Roma sotto mentite spoglie, verrà riconosciuto da un centurione a Calcedonia, portato ad Antiochia e fatto giustiziare; stessa sorte subirà Diadumeniano, catturato e giustiziato prima che potesse raggiungere la frontiera partica.
8/9) 1365 d.C.: isola di Chios, mar Egeo – La famiglia genovese dei Giustiniani assume infatti la reggenza di Chios e dei possedimenti limitrofi. L’imperatore bizantino Giovanni V Paleologo rinuncia alle pretese di riconquistare le isole, conferendo loro il titolo di Re e di Despotas, assegnandogli la potestà, non solo su Chios, ma anche su Samo, Enussa, Icaria, Cos, Santa Panaria, Lesbo, e Focea. I Genovesi governeranno questi possedimenti sino alla conquista ottomana del 1566.
9/9) 1422 d.C.: Costantinopoli – Il sultano Murad II assedia Costantinopoli. L’assedio verrà tolto solo grazie al sopraggiungere del pretendente al trono Mustafà, fratello minore di Murad, che richiama il sultano in patria per affrontarlo.