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Accadde Oggi: 7 Luglio / “Scomparsa” di Romolo

1/1) 716 a.C.: (secondo la tradizione) dopo 38 anni di regno scompare il fondatore eponimo di Roma, Romolo. Sulla sua figura storica non si sono avuti riscontri in campo archeologico (tanto da metterne in dubbio l’esistenza) anche se recenti scavi sul Palatino hanno messo in luce una struttura dell’VIII sec. a.C. (tradizionalmente chiamata “Reggia di Romolo”). Volendo ammettere l’esistenza storica del personaggio, sulla “scomparsa” vi sono più versioni.

– Versione fonti antiche. Dopo circa quaranta anni di regno, un giorno, mentre stava passando in rassegna l’esercito nel Campo Marzio, era stato avvolto da una nube che lo aveva sottratto alla vista dei sudditi ed era stato assunto in cielo. In seguito alla sua scomparsa sarebbe poi stato deificato con il nome di Quirino (da qui il nome “Quirinale”, dove vi sorgeva un tempio ad egli dedicato), festeggiato il 17 febbraio (Quirinalia).

– Versione “alternativa”. Questa versione interpreta il mito come strumento per nascondere un episodio storico scomodo. La scomparsa sarebbe frutto della morte “fisica” del re: ad ucciderlo sarebbero stati alcuni senatori che, sentitisi messi da parte dal potere decisionale, lo avrebbero assassinato e fatto a pezzi.

Jean Auguste Dominique Ingres, Romolo, uccisore di Acrone porta le sue spoglie al tempio di Giove, 1812.

 

La scomparsa di Romolo nelle fonti antiche

Portati a termine questi atti destinati all’immortalità, un giorno, mentre passava in rassegna l’esercito e parlava alle truppe vicino alla palude Capra, in Campo Marzio, scoppiò all’improvviso un temporale violentissimo con gran fragore di tuoni ed egli fu avvolto da una nuvola così compatta che scomparve alla vista dei suoi soldati. Da quel momento in poi, Romolo non riapparve più sulla terra. I giovani romani, appena rividero la luce di quel bel giorno di sole dopo l’imprevisto della tempesta, alla fine si ripresero dallo spavento. Ma quando si resero conto che la sedia del re era vuota, pur fidandosi dei senatori che, seduti accanto a lui, sostenevano di averlo visto trascinato verso l’alto dalla tempesta, ciò nonostante sprofondarono per qualche attimo in un silenzio di tomba, come invasi dal terrore di esser rimasti orfani. Poi, seguendo l’esempio di alcuni di essi, tutti in coro osannarono Romolo proclamandolo dio figlio di un dio, e re e padre di Roma. Con preghiere ne implorano la benevola assistenza e la continua protezione per i loro figli. [Tito Livio]

Jacques-Louis David, L’intervento delle donne Sabine.

Scomparve alle none [il giorno 7] del mese di luglio […]. Di Romolo, scomparso all’improvviso, non furono visti né parte del corpo né avanzi della veste. Alcuni tuttavia congetturavano che i senatori, sollevatisi contro di lui, l’avessero ucciso nel santuario di Vulcano e, fatto a pezzi il corpo, ognuno ne avesse nascosto un pezzo nelle pieghe della veste e se lo fosse portato via. Altri invece pensano che la sparizione non sia accaduta nel santuario di Vulcano, ma che sia avvenuta fuori, nei pressi della palude detta della Capra, mentre Romolo teneva un’assemblea; che all’improvviso si siano verificati in cielo fenomeni straordinari e indescrivibili, incredibili alterazioni. La luce del sole si sarebbe offuscata, sarebbe calata una notte che non era placida né serena, ma agitata da terribili tuoni e scossa da ogni parte da raffiche di vento e da pioggia scrosciante. Allora la folla, che era accorsa numerosa, si sarebbe dispersa, mentre i potenti si radunarono l’uno accanto all’altro. Quando la bufera cessò e tornò la luce, il popolo convenne nel luogo di prima alla ricerca del re, pieno di rimpianto; ma i potenti non permisero che si affannassero a cercarlo; invece invitarono tutti a onorare e venerare Romolo poiché era stato innalzato tra gli dèi: da buon re sarebbe divenuto per loro un dio propizio. [Plutarco]

Fonti: E.Cantarella, articoli vari / Enciclopedia Treccani / Livio, Ab Urbe Condita / Plutarco, Vite Parallele.

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