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Accadde Oggi: 3 Dicembre / Bona Dea (festività)

1/4) Bona Dea (Festività): colle Aventino, Roma – Si svolgevano i culti in onore della Grande Madre, il cui nome non poteva essere pronunciato ed era praticabile solo dalle donne. Il culto doveva essere riconducibile alle guarigioni, essendo una divinità pro populo, che garantiva salute all’intera Roma. Il tempio della Bona Dea (oggi scomparso) si trovava sull’Aventino ed era proibito l’ingresso agli uomini; delle poche informazioni si può dire che vi fossero – legate alla guarigione – serpenti liberi di circolare al suo interno ed un magazzino con erbe medicinali e unguenti.


2/4) 63 a.C.: Roma – Marco Tullio Cicerone spiega con un’orazione (la “Terza Catilinaria“) al popolo il disegno sventato della congiura di Catilina. La trascrizione dell’’orazione si apre in medias res con l’oratore che chiede al popolo di ringraziarlo per aver salvato la città. Solo in un secondo momento comincia una narrazione scabra e concisa degli eventi degli ultimi giorni, che spiega il motivo per cui il console è meritevole di lode. I catilinari infatti avevano cercato di coinvolgere nel loro piano gli Allobrogi, una popolazione gallica da poco sottomessa a Roma e ancora non pacificata. Cicerone, saputa la cosa, predispose un agguato notturno al ponte Milvio e catturò gli ambasciatori dei Galli in compagnia del catilinario Tito Volturcio, che portava con sé lettere destinate a Catilina e ai Galli. Cicerone aprì pubblicamente in Senato le lettere e molti catilinari crollarono e confessarono le proprie colpe. Ancora una volta Cicerone lega il successo del suo operato al volere degli dei immortali, mostrando come l’arresto dei catilinari sia avvenuto lo stesso giorno in cui è stata posta in Campidoglio una statua di Giove Ottimo Massimo, dedicata alcuni anni prima dal Senato per evitare la distruzione dello Stato. Quello che il popolo deve fare è continuare a pregare Giove, dato che alla salvezza dello Stato ci penserà lui stesso.

I catilinari arrestati furono condannati provvisoriamente (in attesa di giudizio) agli arresti domiciliari. Cicerone riceve il titolo di Pater Patriae e in suo onore viene festeggiata una supplicatio straordinaria, nella quale – per ringraziare del pericolo sventato – venivano aperti tutti i templi nei quali si poteva sacrificare.

Ecco alcuni estratti dell’orazione:

«(. . .)E non basta: è stata decretata in mio onore una solenne festa di ringraziamento agli dèì immortali per la benevolenza che ci hanno dimostrata.(…) E a voler paragonare questa supplicatio con le precedenti, eccone la differenza: le altre vennero decretate per successi militari al servizio dello stato, questa mia, ed essa sola, per averlo salvato.»

«(. . .) Comunque sia, romani, il mio comportamento in tutta questa faccenda fa senz’altro pensare a un intervento provvidenziale degli dèi immortali frutto della loro saggia volontà. (…) Gli aruspici avevano presagito con i loro responsi la macchinazione di stragi, di incendi, della rovina dello stato.»

«(. . .) In questa nostra repubblica sono contemporaneamente vissuti due cittadini, dei quali uno ha dato al vostro impero come confini non già quelli della terra bensì quelli delle regioni del cielo.»

«(. . .) Ad ogni modo, se i nemici interni si scaglieranno con attacchi di ogni genere(…) contro la mia persona soltanto sarete voi, romani che dovrete preoccuparvi della sorte che (…) dovrà toccare a chi si è esposto all’impopolarità e a pericoli di ogni specie in difesa dei vostri vitali interessi.»


3/4) 62 a.C.: casa di Giulio Cesare, Roma – Nel corso dei festeggiamenti della Bona Dea Publio Clodio Pulcro (amante della moglie di Cesare) partecipa ai rituali, cui gli uomini erano banditi, travestito da donna. Scoperto, riesce a scappare ma viene processato con l’accusa di sacrilegio. Verrà assolto grazie a Crasso che corrompe i giudici incaricati del processo.

“Publio Clodio, figlio di Appio, è stato colto in casa di Gaio Cesare mentre si compiva il sacrificio rituale per il popolo, in abito da donna, ed è riuscito a fuggire via solo per l’aiuto di una servetta; grave scandalo; sono sicuro che anche tu ne sarai indignato” (Cicerone)


 

Diocleziano

4/4) 311 d.C.: Spalato, Dalmazia – Muore nel suo palazzo l’ex imperatore Gaio Valerio Aurelio Diocleziano, imperatore dal 284 al 305 d.C.; fu l’imperatore che introdusse la tetrarchia come nuovo sistema di governo.

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