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Accadde Oggi: 21 Settembre

«Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces»

«Mi ha generato Mantova, il Salento mi rapì la vita, ora Napoli mi conserva; cantai pascoli, campagne, comandanti» (Epitaffio di Virgilio)

Virgilio con l’Eneide tra le Muse Clio e Melpomene.

1/4) 19 a.C.: Brundisium (Brindisi) – Muore a 52 anni, di ritorno da un viaggio in Grecia, Publio Virgilio Marone. Prima di morire chiede ai suoi compagni Plozio Tucca e Vario Rufo di bruciare il manoscritto incompiuto dell’Eneide, ritenuta un’opera ancora imperfetta. Disattendendo questa raccomandazione il manoscritto viene conservato e consegnato ad Augusto, divenendo il poema epico e più famoso della storia romana. Le ceneri – andate perdute in epoca medioevale – vengono tumulate su sua volontà a Napoli, sulla collina di Posillipo, in quello che è l’odierno Parco Vergiliano a Piedigrotta.


 

Denarius – Caligula (DIVVS AVG PATER PATRIAE)

2/4) 37 d.C.: Roma – A Caligola viene conferito il titolo di Pater Patriæ (“padre della patria”) dal Senato. L’imperatore accetta tale titolo dopo averlo una prima volta rifiutato. La notizia ci è stata tramandata grazie ad un attestato sacrificio degli Arvali (21 settembre 38 d.C.) che commemoravano il titolo conferito all’unanimità dal Senato al precedente principe l’anno prima. Il giorno fu scelto in occasione della vicinanza (al 23) dell’assunzione del titolo di Pater Patriæ da parte di Augusto.


 

«Hai tagliato la tua mano destra con la sinistra» (parole rivolte all’imperatore Valentiniano III dopo che questi aveva ucciso Ezio,”l’ultimo dei Romani”)

Valentiniano III, con la madre Galla Placidia e la sorella Giusta Grata Onoria (Brescia, Museo di Santa Giulia).

3/4) 454 d.C.: Ravenna – Nel corso di un normale rapporto sulla riscossione delle tasse, l’imperatore Valentiniano III accusa il generale e magister militum Flavio Ezio (popolarissimo per aver sconfitto gli Unni ai Campi Catalaunici) di tradimento e sguainata la spada si getta su di lui uccidendolo. Non sono del tutto chiare le ragioni del gesto, ma sembra evidente si tratti di un complotto organizzato dal senatore Petronio Massimo per eliminare una delle personalità più forti della corte imperiale: lo stesso Ezio aveva convinto Valentiniano a dare in sposa sua sorella Placidia a suo figlio Gaudenzio, quest’ultimo sarebbe diventato il candidato ideale nell’eventuale successione al trono. Nello stesso giorno viene condannato a morte il prefetto del pretorio d’Italia, Manlio Boezio, amico di Ezio. Massimo chiede all’imperatore di nominarlo magister militum, ma al suo rifiuto, inizia a tramare per la sua eliminazione.


Miniatura di Giovanni Scilitze che rappresenta l’assedio di Costantinopoli del 1047 compiuto dalle truppe di Leone Tornicio.

4/4) 1047 d.C.: il Catapano d’Italia (governatore bizantino dell’Italia meridionale) Leone Tornicio si ribella all’autorità imperiale e assedia la capitale Costantinopoli, venendo sconfitto dall’imperatore Costantino IX Monomaco.

 

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