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Accadde Oggi: 19 dicembre / Opalia e Ludi del Sole (festività)

Statua di Livia rappresentata come Opi

1/2) Opalia (festività): festività della religione romana che si festeggia il 19 dicembre in onore della dea Opi, personificazione della terra e dispensatrice dell’abbondanza agraria. Le furono dedicati due santuari, uno sul Campidoglio e l’altro nel Foro, e in suo onore si celebravano le feste tradizionali degli Opiconsivia il 25 agosto e degli Opalia il 19 dicembre. Alla sua protezione era affidato il grano mietuto e riposto nei granai. È raffigurata con una cornucopia, con del grano o con uno scettro.

« Si dice che Opi sia moglie di Saturno
Tramite lei si esplica la terra,
poiché la terra distribuisce tutti i beni al genere umano. »

(Sesto Pompeo Festo, 203:19)


Medaglione raffigurante il dio Sol Invictus. III Secolo d.C.

2/2) Deus Sol Invictus (festività): festività ufficiale della religione romana a partire dal 274 d.C. quando l’imperatore Aureliano, dopo la sua vittoria sulla regina Zenobia nel 272, portò a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ne edificò il tempio alle pendici del Quirinale creando il nuovo corpo dei sacerdoti pontifices solis invicti. Inizialmente la festività si svolgeva il giorno 25 di dicembre (data del solstizio d’inverno in cui si verificano la notte più lunga e il dì più corto dell’anno). La scelta di questa data poteva rendere più importante la festa, in quanto la innestava, concludendola, sulla festa romana più antica, i Saturnali. Durante il regno di Licinio la celebrazione del Sol Invictus si svolse il 19 dicembre, data forse più prossima al solstizio astronomico nel calendario allora in vigore. La festa, inoltre, del Sole Invitto era celebrata anche in altre date, ad esempio dal 19 al 22 ottobre. Il culto del Sole Invitto penetrò nell’animo degli imperatori i quali iniziarono ad identificarsi nella figura della divinità come ad esempio: Eliogabalo (Elagabalus Sol Invictus) e Costantino, il quale definì il dio “compagno” dell’imperatore:

« Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo. »

(Codice giustinianeo 3.12.2)

Successivamente, nel 330 l’imperatore ufficializzò per la prima volta il festeggiamento cristiano della natività di Gesù, che con un decreto fu fatta coincidere con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Il “Natale Invitto” divenne il “Natale” Cristiano.

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