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Accadde Oggi: 18 Gennaio / 350 d.C.: usurpazione di Magnenzio in Occidente

1/4) 52 a.C.: Tito Annio Milone uccide Publio Clodio Pulcro sulla via Appia. Entrambi i politici romani erano candidati al consolato per lo stesso anno ed erano nemici politici. Il 17 gennaio del 52 a.C., nei giorni in cui il senato stava deliberando riguardo l’organizzazione dei comizi elettorali, Clodio si allontanò da Roma per recarsi ad Ariccia, in ottemperanza ai suoi doveri di patronus del municipio. Accompagnato da due amici e da trenta schiavi armati, pernottò fuori Roma, e il giorno successivo, di ritorno verso l’Urbe, si fermò nella sua villa a Bovillae. Lo stesso giorno anche Milone si allontanò da Roma per recarsi a Lanuvium, dove doveva presiedere all’elezione di un sacerdote: viaggiava su di un carro assieme alla moglie, scortato da numerosi schiavi e gladiatori armati, tra cui Eudamo e Birria. I due gruppi si incrociarono, nel pomeriggio, presso il tempio della Bona Dea di Bovillae, e i gladiatori che componevano le retroguardie diedero allora inizio ad un feroce scontro. Clodio, che si trovava in testa al suo corteo, tornò indietro verso il luogo dove si era scatenata la zuffa, ma fu gravemente ferito alla spalla da Birria. Approfittando del disordine, si rifugiò in una vicina osteria; Milone, però, vedendo che i suoi avevano la meglio, ordinò loro di trascinare Clodio fuori dal suo rifugio. Portato in strada, Clodio fu massacrato dagli uomini di Milone e abbandonato sul posto. Fu il senatore Sesto Teidio, di passaggio a Bovillae, a raccogliere il cadavere di Clodio e a farlo trasportare su una lettiga fino a Roma. La salma giunse in città la sera del 18 gennaio, e fu deposta nella dimora di Clodio sul Palatino. Alla vista del corpo straziato del loro leader, le masse popolari scatenarono violenti tumulti, e la mattina del 19 gennaio trasportarono il cadavere nel Foro e lo deposero, poi, nella Curia Hostilia. Qui il cadavere fu cremato, e le fiamme della pira finirono per bruciare l’intero edificio, simbolo del senato e del potere repubblicano, danneggiando l’intera zona circostante.


2/4) 350 d.C.: Oppidum Helena, località dei Monti Pirenei, vicino Illiberis – Dopo essere stato spodestato e sostituito come imperatore da Flavio Magno Magnenzio in una rivolta nelle Gallie (ad Augustodunum), Costante I, quarto figlio maschio dell’imperatore Costantino, viene inseguito dal generale Gaisone (nominato magister militum dall’usurpatore): nonostante Costante I si fosse rifugiato in una sperduta località dei Pirenei – intitolata a sua nonna Elena – questi lo fa uscire dalla chiesa dove aveva trovato riparo e lo fa uccidere. Magnenzio rimane padrone incontrastato della parte occidentale dell’Impero, mentre ad oriente rimane saldo l’ultimo figlio superstite di Costantino, Costanzo II, impegnato in una campagna militare contro i Sasanidi. Costantina, sorella di Costanzo II e di Costante I, invita Vetranione, il magister militum del fratello ucciso, a proclamarsi a sua volta usurpatore (come collega augusto di Costanzo): oltre a garantirle protezione, questa mossa si rivelerà fondamentale per non assicurare a Magnenzio la fedeltà delle legioni danubiane.


3/4) 366 d.C.: Galazia – Nasce Valentiniano Galate, politico romano e figlio dell’imperatore romano Valente e della moglie Albia Dominica. Il padre lo nominò console per il 369. Valentiniano era affetto da una malattia. Gli storici della Chiesa raccontano che la madre fece un sogno in cui le veniva detto che tale malattia era la punizione per il trattamento al quale Valente, che era un semi-ariano, aveva sottoposto il vescovo ortodosso Basilio di Cesarea, il quale, alla richiesta di pregare per la guarigione del bambino, rispose che lo avrebbe fatto solo a patto che Valente si fosse convertito all’ortodossia. L’imperatore rifiutò di convertirsi e di battezzare il figlio secondo il rito ortodosso, giungendo a battezzarlo secondo quello ariano, ma poco dopo Galate morì, mentre era a Cesarea in Cappadocia.


Leone II

4/4) 474 d.C.: Costantinopoli – Muore colpito dalla dissenteria l’imperatore d’Oriente Leone I. Gli succede il nipote – figlio della figlia – Leone II, che al momento dell’incoronazione ha solo sette anni: data la giovane età, egli viene convinto da sua madre a nominare suo padre Zenone come co-imperatore. La morte di Leone I lascia in fase di stallo l’approvazione del titolo d’imperatore d’Occidente (Leone aveva dato il suo appoggio a Giulio Nepote), dove a governare è Glicerio senza alcun riconoscimento ufficiale.

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