I) 303 d.C.: Roma – Viene promulgata un’amnistia per i vent’anni di regno dell’imperatore Diocleziano (vicennalia*) – festeggiati a Roma in quell’estate –, di cui beneficiano i detenuti per reati comuni, resasi probabilmente necessaria per il sovraffollamento delle carceri in seguito agli editti di persecuzione contro i cristiani. Lo stesso giorno viene emanato il “terzo editto” che costrinse gli arrestati a «sacrificare con ogni mezzo». In tal modo i prigionieri che avessero abiurato sarebbero stati rilasciati; gli altri, invece, giustiziati. Si fece ogni genere di tentativo per applicare la disposizione:
«In un caso si sarebbero afferrate le mani di un prigioniero e lo si sarebbe così trascinato all’altare: si sarebbe ficcato nella sua mano destra tutto quanto serviva a un sacrificio irregolare e sacrilego e quindi l’uomo sarebbe stato liberato come se avesse sacrificato. E ancora: uno poteva addirittura non avere mai toccato l’altare, ma se gli altri dichiaravano che aveva sacrificato, lo si sarebbe tacitamente liberato. Un altro ancora fu sollevato mezzo morto e gettato fuori, come se fosse già cadavere; liberatolo dai ceppi, lo si contava tra quelli che avevano sacrificato. Un altro, mentre gridava e protestava che non avrebbe mai acconsentito, venne colpito sulla bocca e ridotto al silenzio da alcuni inservienti scelti alla bisogna: infine fu gettato con violenza fuori della prigione, nonostante che non avesse sacrificato. A tal punto era loro desiderio sembrare di avere in un modo o nell’altro raggiunto lo scopo.»
*Sul dies imperii di Diocleziano, si propende tuttavia tra il 17 settembre (W. Seston, Dioclétien et la tétrarchie, Paris 1946, p.49) e il 17 novembre 284 d.C. (Lact., De mort. persec. XVII,1; Eus., De mart. Palæst. I,5; II,4).
II) 456 d.C.: Ravenna – le truppe del Senato romano (guidate dal generale Ricimero) assediano il magister militum nominato dall’imperatore d’Occidente Avito, il barbaro Remisto, a Ravenna. I Romani sconfiggono la guarnigione di foederati Ostrogoti di Remisto, che viene catturato vivo presso il porto di Classe e condannato a morte. Perché ricordare questo episodio? Tra le tante problematiche che portarono alla fine dell’Impero d’Occidente, questo episodio segnò l’inizio di una linea politica propriamente romano-italica a discapito di un consenso ricercato anche nelle altre province occidentali: non solo il Senato e l’Impero d’Oriente si rifiutarono di accettare Avito come imperatore, ma anche questi non godeva di alcun consenso in Italia a tal punto da ricercarlo in Gallia (di dove era originario).
“Occisus est Remistus patricius in Palatio Classis XV kl. Octob.”: Fasti vindobonenses priores no.579
“Remistus patricius in Classe peremptus interiit XV k. Oct.” Auctuar. Prosp. haun. no.1
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IV) 1176 d.C.: Battaglia di Miriocefalo – Approfittando di alcune dispute dinastiche di principi locali, l’imperatore bizantino Manuele I Comneno attacca il Sultanato d’Iconio rifiutando ogni proposta di pace nemica. L’esercito bizantino viene attaccato in un’imboscata nei pressi della fortezza di Miriocefalo, subendo una delle sconfitte più disastrose della sua storia (un secolo dopo Manzikert). Le conseguenze di questa battaglia segnarono profondamente l’Impero che, oltre al dilagante pericolo turco, sprofondò in una crisi economica che lo vedrà rivolgersi alle grandi potenze occidentali in cerca d’aiuto.
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